Scoprire Genova - Appartamento in Affitto

Il diario di Walter

parte 1

19 Aprile 97

Ok, sembra che finalmente si parta..
Partito da Linate, Fulvia frignava, Mariano faceva l’impassibile, ma ci riusciva poco.. comunque, come previsto, ero in sovrappeso: 42.5 Kg, mentre la dotazione è di 20 Kg, ma chiudono un’occhio fino ai 30.  Mi hanno ovviamente fatto pagare il sovraccarico, e (buona questa), poiché nel computer hanno spazio per soli 3 scali, non hanno accettato il viaggio completo fino a Tonga (4 scali): ho scelto di farne uno solo, fino a Francoforte, ed ho dovuto pagare il sovrappeso fino a Francoforte.. 83.000 lire: ladri!
Decollo     effettivo con almeno 15 o 20 minuti di ritardo, comunque l’aereo è stato buono.. ottimi i s    edili, scarso il cibo, dire che faceva schifo è poco, pero’ presentato in modo superbo.. finalmente hanno buttato le posate di plastica.
Arrivo a Francoforte in orario, approfitto di una comunicazione data a voce ai passeggeri in transito e     richiedo assistenza ad un operatore li’, al ritiro bagagli del terminal di arrivo.. già che ci sono, gli faccio etichettare i bagagli par spedizione dirett    a fino a Tonga, quello fa tutto e li routa lui.. Poi passo al terminal 2 (partenze internazionali), par arrivarci bisogna prendere l    a SkyLine, una specie di treno gommato aereo, bello!. A Francoforte tutti gli ascensori fanno un solo piano, poi bisogna trovarne un altro per andare al piano superiore.. :-), magari sarà anche pratico, ma se devi fare 3 piani fai i Km.. o forse sono io lo sfigato che non e riuscito a trovare l’ascensore multipiano..
Ho dovuto tirar fuori tutto dalla borsa del PC per l’antiterrorismo:
il PC è stato sufficiente accenderlo e fargli vedere il prompt, per l’HD ed il CD-ROM esterni, li hanno messi sotto l’aspiratore e le polveri esaminata per materiali chimici esplosivi: tutto OK, ovviamente, richiudere il tutto è stato un lavoraccio, come previsto.  Nel tafferuglio ho lasciato da qualche parte (=perso) il libro di Wilburn Smith, doveva servirmi per passare il tempo in aereo, pazienza, poco male.
Al desk della Air New Zealand sono stupiti del routing dei miei bagagli.. comunque gli è arrivato sul computer il mex elettronico dall’operatore che l’ha effettuato e mi confermano che le valige le hanno li’ loro in partenza.. Ovviamente, poiché non li hanno nemmeno visti, niente pesatura e niente sovraccarico, sarebbe stato quasi una milionata di sovrapprezzo, presumo, e questo mi ripaga ampiamente.  Unico guaio, mi dicono che non è possibile pilotarli in un colpo solo fino a Tonga, perché a Honolulu dovrebbero restare fermi più di 24 ore, e quindi li’ dovrò fare check-out e relativo chech-in, magari dovrò’ pagare li’ il sovraccarico da HNL a Tonga.
Il volo Francoforte Los Angeles, non finisce mai.. 11 ore e ¾, quasi 12.. nei cessi degli aerei c’è quel buchino di scarico che promette male per la carta igienica.. comunque non necessito :-)) il guaio maggiore è che con Air New Zealand non si può fumare.
Arrivo a Los Angeles in orario.. viaggio buonino.. sedili abbastanza spaziosi, ma vecchiotti.. necessiterebbero di imbottiture nuove. Il cibo in aereo è stato ottimo, a rapporto con Alitalia siamo 8 a 1..
Visto Star Treck First Contact, ed un altro filmone in annuncio in questi tempi in Italia.. il cacciatore in Africa, com Mike Douglas e quello che ha fatto il pilota stronzetto in Tog Gun.. Dei dialoghi ho capito una mazza. Ottima la musica classica in audio sul canale 6.  Impossibile dormire per più di 10 minuti di seguito, in aereo. Almeno ogni mezz’ora passa una hostess o uno steward con acqua e limone o succo di frutta, ottimo.
A Los Angeles la Air New Zealand ha un angolo tutto suo, c’è una sala con macchinette per rinfreschi.. bibite, tè, caffe (=acqua sporca), etc... tutto gratis. Uba bibita ed aspetto un paio d’ore.. Qui’ parlano americano, anche negli annunci, come se tutti lo capissero..  invece borbottano e non si capisce una beata fava: se li interpelli, allora sono gentili, parlano bene e li si capisce.. :-))
Guaio gravissimo: in tutta la zona dell’aeroporto NON si può fumare:
lo considerano un’attentato terroristico :-((
All’atterraggio c’era uno smog osceno: dal finestrino si vedeva a malapena l’ala, a 2 metri, tutta fosca, e non si vedeva il termine dell’ala, roba da incubo, terribile, peggio che in Blade Runners.. mi dicono che non è sempre cosi’, e comunque solo nella zona dell’aeroporto.. sarà anche vero, pero’..
A LAX, per l’antiterrorismo non fanno assolutamente nulla: niente metal detector, niente raggi x, niente polveri esplosive: un poliziotto annoiato ha guardato il mio passaporto per mezzo secondo e basta.. Ma solo perché ero da solo. poi, quando è arrivata la marea di viaggiatori, gli sfilavano davanti con un giro dell’oca da far ridere: escono da una stanza piena di gente, fanno la fila, gli sfilano davanti, quello manco li guarda, poi attraverso un’altra porta a vetri tornano nella stanza da cui erano partiti, ATTRAVERSANDO la coda di gente in entrata: era da vedere.. e poi si lamentano SE da qualche parte gli mettono le bombe o se gli fanno casini, e si’ che qualche brutta esperienza, al riguardo, l’hanno avuta anche loro. O magari, forse, sono più furbi di noi: hanno capito che con quei controlli NON si fermano i terroristi, ma si rompono solo le oo alla gente normale, chissà!
Ripartito d Lax alle 21.30 locali, smog calato, si vede regolarmente..  aereo con sedili striminziti: anche questi necessiterebbero di nuove imbottiture.. cibo buono come sull’altro NZ.. personale molto efficiente. Anche qui’ passano spesso  con bibite e rinfreschi. Viste proiezioni di ottimi documentari sul Pacifico e sulla Air New Zealand.  Altre 6.30 ore senza fumare, una tortura.. Il vicino di posto parla una specie strana di inglese.. non capisco assolutamente nulla.. Ogni volta che mi rivolge la parola, mi alzo e lo lascio passare.. forse è cio’ che vuole, comunque sembra che funzioni. Arrivo normale a HNL, stracco morto.
 

20 Aprile 97

Arrivato a Honolulu, al ritiro bagagli, ovviamente le mie valige non ci sono.. faccio il rapporto di smarrimento (altri 2 passeggeri hanno problemi con i bagagli prima di me), qualche difficoltà con la lingua, ma se gli dici che lo parli male e di andare piano, si capisce tutto e bene.. L’assistenza per i bagagli me la dà una tizia della Air New Zealand: essenzialmente si tratta di compilare, nel modo giusto, il giusto modulo, poi con quello faranno le ricerche sui computers, per me, si risparmiavano tempo e riserse facendo una telefonata a quello del deposito e chiedendogli di mandare su le 2 valige. Nota di humor: sonora risata (mia) quando mi ha chiesto che ci fosse dentro alle valigie.. Quando ho spiegato che oltre a effetti personali c’era materiale (carissimo) per la pesca e per il computer: ha visto il borsone con il PC e la canna da pesca in spalla: ed ha confermato che effettivamente ERO attrezzato per le due cose, mica inventavo.. se non le trovano e devono ripagarmi faro’ un lungo elenco: gli costerà 2 capitali, non uno :-)).
Comunque per i bagagli, spiego cosa è successo a Francoforte. Ora è la 1 di notte, ho sonno e sono cotto: ci pensero’ domani. Quindi esco, pesco l’Holiday Inn, li chiamo al telefono e mandano un pullmino a prendermi. Mentre sto facendo la registrazione al motel mi arriva un mex dall’aeroporto: hanno trovato i bagagli, erano già routati x Tonga :-), me li spediranno li’ in albergo, se non avessi protestato mi sarei risparmiato il report ed il checkin dopodomani, quindi niente rimborsi di materiale preziosissimo.
Per entrare negli USA devo compilare 2 questionari: immigrazione e dogana.. Anche qui’, per l’antiterrorismo, antidroga, antialbanesi etc. etc. assolutamente nulla, va bene cio’ che hai scritto sui questionari, non serve altro. Qui’ pero’, almeno, uno dell’immigrazione ha timbrato il mio passaporto.
Honolulu, Holiday Inn: albergo buono (motel), una doccia e finalmente il meritato riposo.
Colazione del Walter alla mattina: da vedere! :-)) La cameriare pretendeva di sapere, per ordinarla in cucina via computer, se volevo "Danish" o "Muffin", le ho spiegato chiaramente che non sapevo che fosse nè l’uno ne l’altro, e che uno qualsiasi andava bene,, gentilissima me ne ha portato 1 esempio per ciascuno per scegliere, per la cronaca si tratta di briosches: la danish è fresca, piuttosto piatta, morbida e con marmellata, la Muffin è una di quelle secche, più dure.
Chiamato Fulvia, soliti problemi di lingua con l’operatore, stavolta per fare prima mi passano una centralinista che parla italiano :-)), comunque da casa non risponde nessuno: riprovero’ domani o dopo.
Arrivati i bagagli.. nessun problema.. volevo fare un giro, ma sono in piena zona industriale aeroportuale, oltre a highways e capannoni c’è poco.. per avere ombra bisogna camminare sotto i viadotti, niente negozi, solo 2 bar per americani.. null’altro:  non è zona. Comunque sia, niente sporco in giro, niente cartacce, niente scritte sui muri (solo un paio, piccole, sui piloni dei viadotti, forse per farle, qui’, devono camminare troppo .-)), È un bel posto, caldo e umido..  palme ed alberi, aiuole in buono stato. non quelle "leccate" all’inglese, o quelle che da noi si vedono belle perché appena fatte..: dappertutto solo roba piantata e mantenuta abbastanza bene, e NON maltrattata. Anche gli edifici, anche se vecchi, mantenuti bene, tutti con i loro parcheggi, zone di servizio, cancellate tenute bene, niente recinti raffazzonati.. unico recinto con la rete non dritta era un pezzetto perché un’albero gli cresceva attraverso, e quindi hanno stortato i pali di sostegno della rete.
Ho visto un fabbricato basso, con una decina di "negozietti" dove preparano le collane di fiori.. le tizie che li infilavano erano incerte su che diavolo volessi io, a piedi da quelle parti.. alcune mi hanno interpellato gentilmente: le ho ringraziate e salutate. anche perché come glielo spiego che sto’ solo facendo una passeggiata per digerire la colazione?
A piedi, in tutto, in un’ora avrò visto si e no 10 persone, ad un certo punto ho temuto che una pattuglia si fermasse a chiedermi che diavolo ci facessi a piedi.. non si sono fermati, evidentemente NON ero un "sospetto".
Contattata Fulvia dall’albergo, tutto bene, tranne il fatto che per lei dovevano essere le 4 di notte..comunque tutto bene. Chiusa la camera in albergo poi con lo shuttle in aeroporto.. il check-in si apre a mezzanotte, per il violo alle 4.30. All’aeroporto ho Cambiato tutte le lire rimastemi in US$ (a Tonga non cambiano lire) ad un cambio da collezionisti 1834,86 lire x 1 US$!!.
Al check-in ci sono i Tongani accampati, con scatoloni ed altro, peggio dei nostri albanesi e meridionali.. Quelli del controllo bagagli a mano (all’imbarco effettivo) ne rimandano indietro un bel 20%, perché i pacchi, chiusi e sigillati, sono fuori misura e quindi comunque non si riuscirebbe a metterli negli armadietti. Una nota strana: ad aspettare sono famiglie intere, ma poi partono solo le donne ed i bambini (questi ultimi tutti vestiti con roba nuova di trinca).
 

21 Aprile 97

Partenza da HNL, sono quasi le 5.. la NZ per le partenze è peggio che AZ, pero’ arriva lo stesso in orario.. Il tizio della biglietteria a HNL è stato gentilissimo (era uno di quelli che la sera prima si sono dati da fare per i miei bagagli "smarriti"):, si è preso i bagagli alle 8 di sera e se li è tenuti li’ fino all’ora giusta, poi, alle 4 sono andato a prendermi i documenti di volo e quello aveva già fatto tutto lui, mi ha dato il biglietto facendomi saltare la coda di 800 tongani :-)). Mi ha assegnato un posto di finestrino, e poiché nell’aereo ci nono in tutto 2 o 3 posti liberi suppongo di dover ringraziare l’hawaiano perché il posto a fianco al mio è rimasto libero.. Si era fatto una risatona quando, mentre stendeva i tappeti davanti ai desks della first class, gli ho detto che era il primo "carpetbaggest" che vedevo in vita mia: inizio e fine di un’amicizia mai maturata.
Il controllo antiterrorismo funziona solo per i passeggeri in uscita, soliti banconi con i raggi X, per il borsone col computer, ho dovuto estrarre il portatile ed accenderlo, quando ha visto che faceva il login sul video ha accettato la mia dichiarazione che si trattava del computer.. per i drives esterni ha voluto vederli, quindi ho dovuto estrarli.. poi rimettere tutto dentro è stato una faticaccia.
Per il resto, nulla da dire, solo aspettare per imbarcarsi.
 

22 Aprile 97

22 locali, perché durante il volo ho attraversato sia l’equatore che l linea della data (una volta. Una volta, sia sulle navi, che sugli aerei, davano il diploma a quelli che attraversavano l’equatore per la prima volta, qui’ niente: le buone abitudini si perdono :-( ). Anche in questo volo il cibo è ottimo (anche se fare la prima colazione alle 5.30 non è il massimo della goduria), anche qui’ passano spessissimo con succhi di frutta o acqua e limone.. Comunque alle 10 si arriva a Tonga.. atterraggio buono.. qui’ c’è la pista, ed un capannone che fa da stazione e tutto.. per il ritiro bagagli è un inferno: ci sono 500 tongani che rivogliono i loro bagagli (2 o 3 a testa) la corsia girevole per le valige ne terrà su forse 80, e quelli che dovrebbero scaricarli per impilarli li a fianco, non possono farlo perché i tongani sono li attaccati ad aspettare i colli, ma i colli non arrivano perché il tapisroulant è pieno, e quelli all’esterno, che dovrebbero caricarlo, aspettano che si liberi.. una barzelletta, se non fosse vera. Più di un’ora a veder girare sempre le stesse valige e pacchi: entrano da una parte, c’è il poliziotto col cane antidroga, il cane gira sulla corsia tra le valige, le annusa, poi le valige escono dall’altra parte, per riapparire nuovamente dopo pochi secondi, sempre le stesse, mentre tutti li attorno si assiepano ed aspettano le proprie, ma se non le scaricano di quà, dall’altra parte non possono caricarne altre..
Ho cambiato tutti gli US$ in pàanga (Tongan $), ho preso uno dei 100 furgoni che ci sono qui’ fuori a caccia dei turisti da trasportare e mi sono fatto portare direttamente da PG (Orbassano), lui NON c’era: era con la macchina all’aeroporto a ritirare 3 italiani (che mi stavano dietro la LAX :-)). Comunque dopo che li ha sbolognati in albergo, mi sono fatto una chiacchieratina, e qui’ casca il palco. Ora i permesso di soggiorno turistico lo danno per 1 mese, se si hanno soldi in una banca locale a sufficienza, lo allungano di altri 2 mesi, e cosi’ via, ma BISOGNA fare i turisti: abitare in albergo e spendere una barca, altrimenti nisba. Vengono dati, a volte, permessi di soggiorno di 2 anni (rinnovabili) per lavoro, ma bisogna avere qui’ un’attività. Quanto alla residenza, poi, non se ne parla nemmeno, si è sempre sotto la spada di Damocle del permesso di soggiorno che scade. Una nota di colore: ora non c’è più, ma fino a un paio di anni fa, per bere alcolici (birra compresa) in pubblico, bisognava andare alla polizia e farsi rilasciare una licenza (pagando la relativa tassa, s’intende), poi, per quel giorno si poteva anche bere, sempre se la volta prima non avevi fatto casino (NON fatelo sapere a Prod, mi raccomando!).
Su consiglio di PG, ho prese alloggio in una guest house, la Breeze Inn costo abbastanza ridotto (T$32.5 a notte), camera con letto matrimoniale, servizi etc. Inoltre c’è l’uso della cucina.. la casa è in muratura, su 2 piani, al pianterreno c’è la sala comune ed 8 stanze per gli ospiti, al primo piano c’è l’appartamento della padrona di casa: una giapponese espatriata, di età indefinibile, tra i 40 e gli 80. C’è sul davanti un piccolo giardinetto, quindi la strada, dall’altra parte della strada ci sono i frangiflutti ed il mare (non l’oceano, la laguna protetta dal reef, peccato che non sia posto ove poter fare il bagno.
Volendo ci sono anche posti ove spendere meno (10 o 15 T$), ma PG me li sconsiglia: intanto hanno servizi in comune, poi la pulizia (si dice) non è molto seguita, qui’ almeno, se voglio farmi la doccia, o prepararmi un the, non c’è problema. Unico guaio dove sono è che in camera NON ci sono armadi, solo un tavolo, un tavolino piccolo, ed uno sgabello.. c’è un appendipanni su una parete, ma devo tenere tutto nelle valigie.
Sono andato a mangiare una pizza a 100 metri da qui’ (l’unica pizzeria gestita da italiani, "Italian Style", credo sia quella di cui ne hanno parlato al Costanzo Show), assieme ad una coppia di giovani tedeschi ospiti della guest house: se non fosse perché avevo fame ed ero a Tonga, una simile oscenità l’avrei tirata dietro a chiunque me l’avesse proposta, invece, di necessità virtù, me la sono cuccata tutta. Il pomeriggio un po’ di giringiro, telefonato a Fulvia: ci sono 2 telefoni pubblici all’esterno dell’ufficio postale, funzionano solo con le carte di credito telefoniche (le telefonate a carico funzionano solo per i paesi con i quali c’è una convenzione di reciprocità, e poiché $P, ora Telecom, NON mette a disposizione simili servizi ai propri utenti, le telefonate per l’Italia bisogna pagarsele di persona, comunque ho provato con uno, e riuscivo ad ottenere la connessione, sentivo il "pronto" di Fulvia che immaginava fossi io, ma dalla mia parte era muto. Dopo 3 tentativi ho cambiato apparecchio eda quello ho avuto una comunicazione regolare.. pero’ c’è qualcosa di strano, sembra quasi che i suoni vengano pacchettizzati e quindi spedito il pacchetto, perché ci sono delle pause del tutto innaturali.
Ed ora parliamo di Tonga: qui’ non ci sono i polinesiani delle cartoline, e non ci sono le capanne col tetto di paglia (si chiamano falè): qui’, a parte pochi uffici pubblici, e rarissime case in stile coloniale, ci sono i ricchi che vivono in bungalow, mezzi in muratura e mezzi in legno, tutti gli altri in baracche (è l’unico termine con cui definirle) raffazzonate, tetti in lamiera (quasi sempre arrugginita), ciascuno, a 18 anni, riceve in dotazione uno spazio di 20/30 metri x 50 su cui si costruirà la sua casa.. nel pezzo di terra ci pianterà un po’ di cocchi, qualche albero del pane, un paio di banani ed altri alberi da frutto locali, ci alleva i maiali e le galline. Il risultato è un centro con 3 vie con i negozi e gli uffici pubblici (ministeri, banche etc.) ed il resto una baraccopoli unica che occupa almeno il 25% dell’isola, e questa è Nuku’alofa, la capitale del regno. Il palazzo reale stesso è una vecchia villa coloniale in legno, ovviamente tenuta a puntino. Le strade principali sono asfaltate, quelle di accesso alle case, invece, sono in terra battuta. Tutto il resto dell’isola è suddiviso in appezzamenti agricoli di 3.3 ettari ciascuno, che vengono dati in affitto dalla corona a quelli che decidono di fare gli agricoltori (pagano un affitto simbolico di pochissimi T$ all’anno) pero’ DEVONO coltivarli, già il primo anno devono aver piantato almeno 200 palme da cocco oppure, se altre culture, qualcosa di equivalente, altrimenti, a fine anno, NON gli rinnovano l’affitto del fondo, ed il fondo stesso passerà a qualcun altro.. quello che è stato sbattuto fuori si arrangi.
I tongani iniziano le scuole a 6 anni, e devono già conoscere l’inglese, almeno in parte, perché tutte le lezioni vengono tenute in inglese, cio’ nonostante, tra loro parlano tutti tongano, se parli con qualcuno giovane, il suo inglese è buono, ma più sù vanno con gli anni e meno buono è la parlata (analfabetismo di ritorno, suppongo).  Da un lato è una cosa buona, perché almeno resta qualcosa della loro cultura originaria, dall’altro. mah!. Dopo le superiori, alcuni fanno l’università, ma TUTTI quelli che la fanno sono destinati ad emigrare (qui’ non avrebbero nulla da fare). E se questo significa "drenaggio dei cervelli", pazienza.. d’altro canto, qui’, questo non è affatto un problema sentito.
Prima parlavo dell’impossibilità di stabilirsi qui’: anche i tongani emigrati all’estero, che volessero rientrare, hanno grossissimi problemi: mantengono la cittadinanza ma NON gli è permesso rientrare e ristabilirsi.. c’è una lista di aspiranti al rientro lunga chilometri, e ne vengono accettati pochissimi ogni anno.
La pesca, qui’, di fatto non esiste: c’è un ventina di pescherecci, quando ho visto il primo, ero convinto che si trattsse di un relitto arenato sul reef, comunque si tratta di barche di un decina di metri, unica cosa è che hanno un buon metro di bordo libero in più, rispetto alle nostre. Comunque, i pescherecci arrivano all mattin verso le 6.30 col pescato.. alcuni scaricano al mercato generale del pesce, altri in un molo a parte e vendono direttmente agli acquirenti.. solo che di pescherecci che escono, ce ne saranno forse 3 a notte, e di roba in vendita, se tra tutti ne riempiono una delle nostre bancarelle del pesce ai mercatini rionali è molto. Oltre cio’, qualche barchetta e basta.
 

23 Aprile 97

Ieri sera ero cotto, me ne sono andato a letto prima delle 7, e stamattina, alle 5, ero già sveglio.. finché non riprendo il giro col nuovo fuso orario, faro’ delle levatacce.. d’altronde, qui’ alle 18.30 è già buio, e comincia a schiarire alle 5.30.. I crepuscoli, ai tropici, sono brevissimi, una ventina di minuti e si passa dal giorno pieno alla notte e viceversa. Fatto qualche piccolo acquisto di viveri (devo ancora capire come funzionano i negozi): qui’ sembra che tutti vendano tutto, le insegne dicono niente, che diavolo ti dice un "Tongan Limited" oppure un "General South Pacific Store".. Il pane ha un sapore osceno di olio di cocco (si trova solo pan carrè), pero’ diventa mangiabile se lo si tosta un tantino.. Il pomeriggio mi sono fatto una bella scarpinata di una decina di chilometri, in cerca di una spiaggia per il bagno.. niente: sul lato nord dell’isola NON ci sono spiagge, quindi dovrò per forza pigliare uno degli autobus (capire quale :-)) diretto ad uno dei villaggi del lato est o sud..  faremolo, un’altro giorno.
Partiti i 2 tedeschi, conosciuto un’altro tedesco "Holli", sui 40, che abita qui’, lui pero’ qui’ c’è per lavoro, non ho capito cosa faccia.. In cambio è arrivata una coppia di neozelandesi, sulla trentina. Meglio dialogare col tedesco..
Sia ieri che oggi, il cielo era completamente coperto, niente sole, ed è piovuto, ma anche a prenderla non è un problema, non è pioggia fredda, si prevede che il beltempo arrivi domani.
È passato di quà Viti (un vecchio tongano che scolpisce il legno), con il figlio, pure lui incisore, con un piccolo campionario dei loro lavori: veramente bellissimi, se non avessi già quasi 60 Kg di bagaglio, varrebbe la pena di prendere qualcosa.. A dire il vero, Viti mi aveva già fermato per la strada, lui in macchina (si è fermato apposta) ed io a piedi, ed avevamo scambiato qualche parola: sapeva già chi ero e dove abitavo meno di 5 ore dopo il mio arrivo a Tonga.
Poi è passato un’incisore di conchiglie, ossa e denti di balena (capidogli), i sui pero’ erano gingilli non scavati, ma soltanto sagomati in piano, per niente interessanti, inoltre quando mi ha detto che si trattava di denti di balena gli ho detto chiaramente che non ero d’accordo.. si è affannato a precisare che si trattava di balene morte.. ci credo: chi diavolo è che va a prendersi i denti lunghi 10/15 cm o un osso da un capodoglio vivo?
 

24 Aprile

Oggi c’è il sole, per cui, cappellino del Milan, zaino e sandali, sono andato a fare spese: domani 25 Aprile qui’ è festa: l’Anzac, si commemorano i caduti australiani e neozelandesi del’ultima guerra, un po come la nostra festa di liberazione. Trovato il mercato ortofrutticolo: ciascuna delle famiglie di agricoltori porta giornalmente qui’ quanto ha da vendere.. preparano la roba in piccole pile.. una dozzina di banane T$1, 6 cetrioli T$1, un’anguria (un paio di chili) T$1, però i mucchietti sono di diverse dimensioni, e ciascuna pila ha il suo prezzo: vedi, valuti il mucchietto e lo stato della merce, e se vuoi compri.. niente bilancie, niente scontrini fiscali.. Poi c’è da dire che bene o male, visto che coltivano tutti le stesse cose, i prezzi sono più o meno simili, in effetti scegli, di quello che ti interessa, il mucchietto che si presenta meglio o che più si adatta, come dimensioni, alle tue necessita.
Vendono anche dei pomodorini striminziti, grandi come biglie, frutti dell’albero del pane, una radice nera che non so cosa sia (credo manioca), patate dolci, ananas e altri frutti che non conosco.
Nei supermarkets (si fa per dire) invece vendono le cipolle importate dalla NZ, il latte a lunga conservazione, normalmente in confezioni di cartone da 1/5 di litro, con la cannuccia attaccata, come i nostri succhi di frutta Derby, ma ci sono anche cartoni da litro, viene dal Giappone: qui’ niente mucche, ne hanno qualcuna in una scuola, e le tengono per il latte che danno ai bambini come "supplemento" dietetico; sembra che accudire le mucche sia un lavoro troppo pesante ed impegnativo, pero’ ho visto pascolare una capra ed un cavallo. Non esistono macellerie (o meglio, una c’è ma non ha quasi mai carne in vendita, e comunque solo maiale): ognuno alleva i propri maiali. Se vogliono altra carne, allora comprano la corned beef in scatola, importata; anche la farina per il pane viene importata dalla NZ.
Trovato anche sigarette locali ed una specie di carta da scrivere, e, dopo una scarpinata di quasi 5 km (+ altrettanti per il ritorno) ho trovato un negozio che mi ha venduto la spina per la ciabatta del PC, che aveva le batterie oramai scariche.. fatto il trapianto di spine (ho dovuto "adattare" qualcosina), e sto’ finalmente scrivendo ora tutti gli arretrati, a partire dall’ultimo paragrafo del 20 aprile a HNL.
Mentre scrivevo, è passata una nube, ha lasciato cadere pioggia per cinque minuti e se n’è andata; ora, vedo a nord (sul mare) un bel  fronte di nubi, suppongo arriverà qui’ tra qualche ora (questa nota serve per dare un’idea del clima), la temperatura è ottima, saranno 23 o 24 gradi. Purtroppo mi sono scordato che gli ultravioletti passano anche attraverso le nubi, ed i 2 giorni scorsi ho girato senza
cappellino, cosicché mi ritrovo la pelata rossa e bruciacchiata :-(
Stamattina, mentre stavo rientrando (abito a 200 mt dal palazzo reale), nella zona "bene", a fianco dell’ambasciata inglese, giusto mentre passavo davanti al passo carraio della residenza del re, ne è uscito un piccolo corteo: 2 motociclisti più un paio di macchine di scorta ed una macchina con le insegne reali, targa HM 1 (=His Majesty).
C’è da dire che, malgrado abbia detto chi sia solo a PG, alla padrona di casa, ed ai 5 altri opsiti della guest house, Viti, ieri, già sapeva che ero italiano e dove sono alloggiato, lo stesso dicasi per un tassista che mi ha arpionato stamattina mentre scarpinavo in cerca della maledetta spina per il PC, qui’ radiofante funziona alla grande.
Ho scoperto perché ho dovuto fare 28 ore di attesa ad Honolulu:
perché qui’ era domenica! E la domenica NON si lavora, MAI. È tutto chiuso, manco gli aerei possono partire o atterrare, mi dicono che anni fà, c’era un’imbarcazione che ha lanciato il mayday e stava per affondare: gli hanno risposto via radio che la domenica NON si lavora.  Se ti beccano a lavorare la domenica, ti danno T$10 di multa e 3 mesi di lavoro forzato, tra l’altro, per i turisti è permesso fare il bagno alla domenica, per i tongani, invece, anche andare a fare il bagno è considerato "reato", le uniche cose che possono fare è di mangiare (quanto preparato il giorno prima), andare in chiesa e dormire, addirittura per girare in macchina, i locali devono avere un’autorizzazione speciale. Qui’ (Nuku’alofa) ci sono almeno una cinquantina di chiese, probabile di più: ogni confessione protestante ha la sua, ed i cattolici, per non essere in minoranza, ne hanno diverse, e le chiese, oltre agli edifici governativi, le ambasciate e simili, sono le uniche costruzioni grosse e fatte come Dio comanda: viene fin male a pensare a quanta ricchezza e quante risorse sono state, ed ancora vengono drenate per "la gloria di Dio".
 

26 Aprile 97

Oggi ho dovuto fare il paraninfo per Holli, si è innamorato di una tedesca che vive qui’ (a dire il vero, mi dà l’idea che sia più interessato al fatto che lei, qui’ è residente, e che se riesce ad impalmarsela, si stanzia fisso qui’ pure lui), comunque, mi ha chiesto di andare a dirle che ne è innamorato.. Ovviamente glielo aveva già detto anche lui, ma (lui) è convinto che, se a lei lo dice anche qualcun altro, forse sarà più facile.. L’impressione è che lei, manco per le palle, e che non glielo abbia detto chiaro e tondo, solo per educazione.. Mah! fatta anche questa. Comunque, dato che ero li’, e che era un posto da cibarie, mi sono mangiato un po’ di carne (pollo), assieme a "chips" che non sono patatine fritte, ma un qualche frutto strano, fritto, non male se non fosse stato annegato nel ketchup.
Chiamata Fulvia, il contascatti va come un demonio.. mi sono rimasti meno di 2 T$ sulla phone-card, avvisatala circa impossibilità di restare a Tonga, mi sembra anche di aver detto che la prossima tappa saranno le Western Samoa, ma non ne sono certo.
 

27 Aprile 97

Stamattina sveglia alle 8.30: Qui’ fuori è sfilata la banda della polizia, con tutti che ci davano dentro, dietro 3 o 4 preti, e quindi la processione.. credo siano andati al cimitero, perché li ho sentiti per una buona mezz’ora a cantare.. anche se sono inni sacri, sembra di sentire uno dei nostri cori di montagna.. finché sono in coro, mica male, ma se ne senti uno cantare da solo, è roba da "Jalisse". I 2 neozelandesi non si vedono da 2 o 3 giorni, pero’ hanno lasciato viveri in frigorifero.. magari sono in giro. Ieri è arrivata un’altra coppia, sui 60, ma tenuti bene, non so da dove.. Neozelandesi o Australiani, sembrerebbe, stamattina, della prima colazione, hanno fatto un avvenimento, credo abbiano approfittato della banda che suonava fuori, per dare maggior enfasi al "parco" pasto.

28 Aprile 97

Spedita posta a casa, un francobollo x l’Italia costa 45 seneti (cents di T$), circa 700 lire. Fin qui’ ho sempre accennato ai T$: considerando il cambio d rapina che mi hanno fatto all’aeroporto all’arrivo, 1T$ sono poco meno di 1600 lire, m cambiando in banca dovrebbe calare a circa 1400. D’altro canto, a HNL non era possibile avere T$, e mi servivano almeno i soldini per il furgone o taxi.
In questi giorni ho girato Nuku’alofa (a piedi, non è che la parte che conta sia grande: circa. poco più di Melzo), ma non c’è quasi nulla da vedere, in effetti. In settimana dovrei fare il "giro" dell’isola per turisti, col LandRover, organizzato da PG, dopotutto è il suo mestiere. Ho provato a cercare un telefono per piazzare una telefonata via computer, ma alla Cble & Wireless mi hanno detto che non sono organizzati. Proverò a chiedere alla padrona di casa, o a PG.
 

30 Aprile 97

Oggi in giro per i monumenti e musei.. Ora i tongani sono dei poveracci, ma è innegabile che hanno antenati non da poco: magari cannibali, pero’ il loro impero, ai bei tempi, andava dalle Salomone fino a tutte le Fiji, Samoa, Thaiti, New Caledonia ed altro.. Sembra che il segreto del loro espandersi, fosse nei loro costruttori di canoe, con le quali facevano partire spedizioni di conquista non indifferenti. Oggi ho visto il modello in scala di un paio di quelle, si trattava di canoe attorno ai 30 metri di lunghezza, con un secondo scafo, a fianco, un po’ più piccolo, che faceva sia da bilancere che da secondo scafo di un catamarano, e poteva quindi servire anche come stiva di carico, tra i due scafi una piattaforma con sopra (a volte) un falè. Erano armate, generalmente, con 2 alberi, comunque sempre vele triangolari che permettevano quindi anche di bolinare. Una canoa di quel tipo, poteva portare in giro anche 200 persone. Insomma, un po come noi col nostro impero romano, solo che noi ci arzigogoliamo ancora sopra, per i tongani di oggi, invece, si trattava semplicemente di altra gente, non dei loro antenati,.
Sorpresa: stasera è arrivato Holli con la tedesca, lei si è portata dietro 400 tra valige, pacchi e pacchetti, ed ha preso una stanza qui.
 

1 Maggio 97

Festa dei lavoratori, ma poiché qui’ non lavorano mai, per i tongani NON è festa. Sono andato a vedermi una colonia di flying foxes, pipistrelloni giganti, una delle prerogative di Tonga, sembra che della stessa specie non ce ne siano altri al mondo, qui’ ce ne sono solo 2 colonie, in tutto meno di un migliaio di esemplari.
Fatto anche il primo bagno sia della stagione, sia nel Pacifico. Mi piacerebbe sapere quanto fanno pagare, al Good Samaritan Inn, un pranzo a base di sangue di Walter, alle zanzare locali (a mezzogiorno!): mentre il Walter mangiava e veniva mangiato. In cambio, nota di colore, l’autobus per rientrare, aveva problemi di accensione, per cui l’autista ed il figlio che gli faceva da assistente, hanno cambiato al volo la batteria con una di scorta, ma poiché anche quella "nuova" era completamente a terra, giù tutti e "push to start".
Sorpresona.. Holli si e fatta la tedesca.. sarà contento. Certo che è di qualche kg un tantino abbondante, e forse, magari, avrebbe bisogno di passare la falciatrice sui peli delle gambe. Pero’ non è tutto oro cio’ che luccica: dopo il pomeriggio "de fuego", siamo andati a cena alla pizzeria, con la giapponese padrona di casa, e ad un certo punto quella ha fatto spostare holly e fatto sedere accanto un taxista tongano; Caroline (la giap, padrona di casa) si è pure incazzata.. bho! capirle ste donne, forse l’ha fatto apposta per far capire a Holli che avergliela data non significa granché.
In cambio, ho deciso di crociare l pizzeria da Angelo, a Tonga, vita natural durante: intanto, mi hanno fatto degli spaghetti alla carbonara che andrebbero bene forse a dei cinesi, e poi, NON è possibile che, dopo aver preso le ordinazioni, portino un po di roba, e vengano a dirti che la caprese non te la possono fare perché "i pomodori sono finiti", il tutto quando nel locale siamo uno dei 3 tavoli finora occupati e ce ne sono un’altra dozzina liberi.
 

2 Maggio 97

Tho.. anche oggi è festa: compleanno del principe ereditario.
Comunque oggi non è come nelle domeniche, qualcosa in giro funziona.  Holly e la tedesca se ne sono andati (Caroline deve averli sbattuti fuori).
 

6 Maggio 97

Arrivato a Pangai (Lifuka, Hàpai), viaggio da Tongatapu a qui’ in nave. un traghetto comprato usato da HongKong o Singapore, con ancora tutti i cartelli in cinese. Il grosso del traghetto è la stiva di carico merci e veicoli, per i passeggeri c’è una sala con corca 30 posti a sedere, più 2 salette vuote, poi panchine e sedili in coperta. Nelle salette solo donne, bambini ed un paio di vecchi.  Partenza effettiva alle 19 (mi avevano detto alle 5.35, per cui sono andato all’imbarco alle 4.45. Il viaggio effettivo è iniziato appena fuori dal reef: piove e tira vento, il mare, lo definirei agitato, onda corta ma piuttosto alta, 4 o 5 metri, poca spuma, comunque è quello che qui’ è considerato "normale". Il guaio è che in coperta, ove ci sono i sedili, si è in pieno vento, mentre nei rari posti ove c’è riparo, non c’è da sedere se non per terra, ma c’è ovviamente acqua. La schiena, ad un certo punto, ha cominciato a dare fastidi piuttosto pesanti, avrei dovuto mettere il bustino. Un po’ di mal di mare, pero’ parecchi polinesiani stanno parecchio peggio di me. Verso le 2.30 la nave si è ancorata in pieno mare aperto, c’era ad aspettarci una flottiglia di barche di un’isola a qualche chilometro da qui’, che ha imbarcato e sbarcato merci e passeggeri per un paio d’ore, poi siamo rimasti fermi fino alle 4, in modo d arrivare, più avanti, in zona ove il reef è pericoloso, con la luce del giorno.  Fatte, con la luce, altrte 3 soste imbarco/sbarco, ma almeno queste erano abbastanz vicine ad isole, e non in pieno oceano.
Arrivato a Lifuka verso le 10.30, c’è il sole ma pioviggina. Bagagli troppo pesanti, ma almeno ho messo le 2 valige ed il PC su un container, cosi’ me li hanno scaricati col muletto. Al resort, meno di un km fuori paese, sembra una meraviglia, il boss è un ragazzotto di 16 anni che pero’ ne mostra 14, sua madre in cucina, una tizia alla reception e 3 o 4 fratellini. Sono alloggiato in un bungalow, con 2 stanze singole e 2 doppie, toilette e doccia in comune con gli altri eventuali occupanti le altre stanze, ma sono l’unico ospite del resort. William, il ragazzo boss, aveva cercato di piazzarmi in uno dei falè di prima classe, o almeno in uno di classe "business", ma l’unica differenza è che nella prima classe, ogni stanza ha i propri servizi (tra business ed economy non c’è nessuna differenza, almeno a vederli, tranne che la business costa di più)
 

7 Maggio 97

Accidenti, qui’ il cibo è un problema per le quantità. Una prima colazione, prevede, tra l’altro, una zuppa di spaghetti al pomodoro al gusto di gazpacho, che andrebbe bene per 3 o 4, ¼ di papaia, 2 banane, 6 fettone di pane tostato, uova, frittelle, 3 pezzettoni grandi come un panetto di burro di tonno, burro e marmellata, the e caffè a volontà e ancora un po’ di roba.. non parliamo della cena, andrebbe bene per 4. È passata di quà la matriarca della famiglia (130 kg), a vedere il palagi: parla un ottimo inglese.. è preoccupata di quello che possono pensare i vicini, quando me ne andrò: una persona che sembra cosi’ per bene, che ha giàn superato i 31 anni e che quindi dovrebbe avere già da un pezzo intrapreso la propria strada per il successo, le cose onorevoli etc. e che, tuttavia è cosi’ magra, diavolo, peso meno di 90 kg.. i vicini, diceva, saranno convinti che qui’ mi abbiano fatto patire la fame, ergo DEVO mangiare, ed a nulla valgono le proteste: c’è di mezzo la LORO capacità e credibilità di poter ospitare gente in modo conveniente, ed il conto che pago, sia per l’albergo, che per il cibo, NON è il controvalore di ciò che mi danno, ma solo il mio modo di partecipare alle spese della famiglia, che, per costruire e mantenere in esercizio il resort, ha dovuto necessariamente usare materiali comprati con denaro, io ho denaro anziché beni, e quindi apporto quello, ma non troppo: sarebbe sfruttare l’ospite (se pensiamo che una cena come quelle descritte costa T$9). Perlomeno sono riuscito a stabilire che prenderò solo breakfast e dinner, e salto il lunch.
La spiaggia è sabbiosa, solo 4 o 5 metri, bella, appena in acqua, pero’ niente sdabbia, ma solo roccia corallina, scoperta con la bassa marea e sommersa con l’alta, per un centinaio di metri al largo, poi oltre la barriera c’è l’oceano. Possibili i bagni di sole, ma in acqua, nulla da fare: o è troppo bassa (anche con l’alta marea), oppure pieno oceano.
Andato in paese, sarà grande più o meno come Liscate, fa 5000 abitanti, ed è la capitale delle Ha’apai. Al porto 4 pescatori hanno gettato le reti, poi, anziché tirarle su, se ne sono andati a bere una birra per un paio d’ore: al ritorno, la marea era calata bloccando i pesci in un piccolissimo settore d’acqua chiuso dalla rete, li hanno tirati su e distribuiti a chi li voleva, un paio di kg a testa (ognuno aveva la sua borsetta di plastica, o il cestino), 3 o 4 hanno pagato, chi 1 chi 2 T$, la maggioranza se n’è andata senza pagare.. alla fine i pescatori se ne sono andati con 2 bauli termici con dentro una cinquantina di kg di pesce.
Scritto a Fulvia, prenotato l’aereo per Vava’u x Lunedì prossimo, pero’ non sono riuscito a prenotare l’albergo, e potrebbero esserci problemi: li’ c’è in corso una convention di preti sulla musica sacra, ed è facile che siano tutti pieni.
Da Vava’u, inoltre, brutte notizie: le pioggie abbondanti di questo periodo hanno causato parecchie frane e smottamenti, ed alcune strade sono interrotte.. magari mi fermo qui’ tutte e 2 le settimane restanti.
 

8 Maggio 97

Qui’ la gente è completamente diversa, come modo di fare, rispetto a quelli di Nuku’alofa: qui’ ci parli, puoi scambiare opinioni, parlare di come vivono e cosa pensano,la matriarca era veramente interessata a conoscere il palagi, a sentire da dove viene, è anche rimasta stupita quando ha saputo che noi NON abbiamo cocchi, ne tantomeno banane, taro e yam, pero’ sono riuscito a spiegare chiaramente, che al loro posto abbiamo altra roba, altrettanto utile e buona, che invece qui’ non esiste, e che alla fine è la stessa cosa. Molto sorpresa, invece, sul nostro sistema di famiglie piccole, e sul fatto che nessuno di noi si procura direttamente il proprio cibo, ma solo soldi, con cui poi compriamo tutto da altri. Ha subito notato, che col nostro sistema, se uno non ha soldi rischia di crepare di fame, mentre con il loro (a parte che se uno ha problemi, tutta la famiglia estesa lo aiuta), basta che chieda, e chiunque gli dà un cestone di taro, o un casco di banane, o un po’ di noci di cocco, del pesce o altro. Dev’essere per quello che i pescatori, stamattina, hanno distribuito il pesce in quel modo: ne avevanoalmeno 3 quintali, e in 4 che erano, sicuramente a loro, tutto quel pesce non serviva, per cui, se ne sono tenuto un po’ per loro per un paio di giorni, ed il resto l’hanno distribuito a chi lo voleva, e quei rari che gli hanno dato qualche $, era per la birra o per le sigarette, o roba simile.
Per cena, ieri sera, oltre alla solita dozzina di terrine varie con verdure fresche, pesce fritto a pezzettoni, frittelle, polipo in umido, ed altre cosette, il piatto forte è stata un’aragosta su 2 kg, più, tanto per ingrassarmi un poco, 1 taro, un bel pezzone di yam, ed un bananone di quelli da lessare insomma un paio di kg di farinacei ed amidi..
L’Autan, contro le zanzare locali, è esattamente come acqua fresca, e non serve assolutamente a nulla: qui’ purtroppo ce ne sono parecchie; dovrebbero mettere su un allevamento di ragni e produrne qualche milionata al mese e poi diffonderli.. anche importare un po’ di gechi dalle Samoa (li ce ne sono parecchi) ed abituare la gente ad averne 2 o 3 in ciascuna casa potrebbe servire: qui’ ci sono pochi uccelli, e comunque solo quelli che si nutrono di semi o frutti, oppure di pesce, nulla di simile ai passeracei o alle rondini, che terrebbero un po’ più sotto controllo mosche e zanzare, mentre le galline ed i maiali eviterebbero un’eccessivo diffondersi di ragni e gechi.

11 Maggio 97

Peccato doversene andare domani: il posto è un meraviglia, il tempo tira sul bello, la vecchia matriarca Seletute è squisita.. una figlia e 10 tra figli e figlie adottati, oltre a ciò, ama parlare e confidarsi con gli ospiti, raccontare storie vecchie e cosi’ via.  Unico guaio, è che non si riesce a fargli capire che le dosi di cibo sono eccessive: stasera pesce (2 o 3 etti buoni), un galletto sul Kg, + di 1 kg di tuberi vari bolliti, altre verdure cotte, verdure crude, una zuppa sconosciuta, più le solite cosine.
Seletute, qualche giorno fà, parlando della figlia che è funzionario al ministero di Polizia a Nuku’alofa, disse che avrebbe parlato alla figlia circa la possibilità di foglio di soggiorno prolungato..  purtroppo, è piuttosto avanti con gli anni, e dimentica le cose, a volte racconta qualcosa che ti ha raccontato 10 minuti prima, per cui non c’è da sperarci per nulla, anche perché domani parto. Peccato, perché qui’, oltre a tutto il resto, c’è anche un falè attrezzato per una persona, che non fa parte del resort, e Seletute già un paio di volte ha accennato che potrebbe essere affittato, peccato che sia semipartita con la testa e quindi non so quanto possa essere affidabile.
L’aeroporto, qui’ a Lifuka, è cosa da vedere per credere: pista in brecciolino, a circa un terzo della lunghezza, la pista è attraversata dalla strada asfaltata principale che attraversa l’isola per lungo: quando c’è un aereo in decollo o in atterraggio, cacciano i maiali che pascolano sul prato a bordo pista, poi chiudono i cancelli ed interrompono la strada, come nei passaggi a livello, poi dopo l’aereo, riaprono i cancelli e la strada.
Ieri scena della madonna: il tizio che cura il giardino (un qualche bisnipote immagino) si è preso 4 o 5 gallinelle e galletti e gli ha tirato il collo, poi si è messo sulle rocce del reef, con la bassa marea, a spennarli. Tutto bene, finché dopo un paio di gallinelle, non ha finito di spennare un galletto e non l’ha messo giù, perché a quel punto, il gallo, si è accorto di non essere morto, e tutto nudo, cercando di svolazzare (ma ahimé senza piume le ali non fanno mica presa), è scappato in giro per il giardino e poi per la strada, col tongano (vestito con anfibi e giacca mimetica) che gli correva dietro.
 

13 Maggio 97

Ieri mi sono spostato, dalle Ha’apai, sono venuto a Vava’u. Viaggiato in aereo, meno di un’ora di volo e T$67 e passa la paura. Al checkin oltre ai bagagli (61 kg, con un peso permesso di 10, ho dovuto pagare il solito sovraccarico. Hanno pesato pure me, per sdapere il carico totale dell’aereo.. ora peso 90 Kg, sono aumentato almeno di 3 o 4 kg, ma stranamente mi è calato il giropancia: i pantaloni che prima mi erano stretti (saltava il bottone alla cinta), ora mi stanno normali anche senza cintura, addirittura con un paio di cm di spazio per futuri aumenti.
Qui’ a Neiafu (capitale delle Vava’u fa parecchio più caldo, e c’è molta umidità, mi dicono che è il clima normale.. se è cosi’, molto meglio alla Ha’apai. La città è sparsa tra le colline ed i fiordi, sono alloggiato al Hill Top Hotel, una guest house situata giusto sul cucuzzolo della collina che divide il porto vecchio da quello nuovo, gestita da un genovese e sua moglie (non sapevo che fosse gestita da italiani, finché non sono arrivato).
Ieri, prima di partire, ho riparlato con Seletute, perché contatti sua figlia (segretaria privata del ministro di polizia a Nuku’alofa, per vedere se in qualche modo riesco a farmi dare un permesso di soggiorno di un paio di anni, probabilmente dovrò registrarmi come straniero che ufficialmente ha aperto un’attività, poi, se faccio pochi affari, pazienza :-)), stavolta glene ho accennato in presenza della figlia e di William, ed ho pregato quest’ultimo di rammentarle di telefonare.. Non ci spero molto, ma se appena appena la vecchia se ne ricorda (perde la memoria anche a metà di un discorso), dovrebbe essere cosa fatta. Lo scoprirò settimana prossima, quando cercherò di contattare la figlia al ministero: se mi riceve, significa che la vecchia gliene ha parlato, e la figlia mi ha messo nella lista di quelli che possono contattarla, se non mi riceve, invece, significa che la vecchia non l’ha contattata, ed allora nulla da fare, ma non ci spero molto.
Cercherò di spedire questo oggi nel pomeriggio, il costo contrattato con il boss dell’albergo è di T$4 per ogni minuto di conversazione.
Tentativo di spedizione dei messaggi e del file fallito: dopo la composizione del numero il modem aspetta un certo numero di secondi (mi sembra 60) e poi, se non ha ancora avuto un connect tronca la comunicazione, dovrò andare rivedere i settaggi dei registri del modem.
 

17 Maggio 97

Come avrai capito, il gg. 13 non sono riuscito a spedire via il tutto, ora ho modificato qualcosa sul modem, e dovrei riuscirci.
Una cosa importante: NON scrivermi all’indirizzo che ti ho scritto per lettera, relativo alle Western Samoa, perché non so ancora se ci andrò o no, lo saprò soltanto la settimana prossima, o magari decido di andare in qualche altro posto, perché è vero che alle WS ho un aggancio con un capovillaggio, ma è pero’ altrettanto vero che i samoani sono conosciuti in tutto il Pacifico come popolo sempre incazzato con tutto e tutti, per cui, non è che siano poi molto amichevoli. Magari, va a finire che faccio un po’ di giri qui’ nel Sud Pacifico, e poi vado in Tailandia, o in Indonesia, oppure se mi lasciano restare qui’ alle Tonga, vado alle Ha’apai, dov’ero una decina di giorni fà, che è esattamente quello che mi aspettavo dai mari del sud, affitto la casa (se non ha un prezzo da ladri), e come attività commerciale apro una "Spaghetti House" (Piatto unico, spaghetti all’italiana, dose semplice da 125 grammi x T$7, dose doppia 200 gr per T$11, qualche beveraggio e basta, niente altro), visto il successo che hanno ottenuto i miei spaghetti qui’ al Hill Top, dovrei riuscire benino, ed anche come attrezzatura, non è che me ne serva granché, unica cosa cara come il fuoco, è il frigorifero, ma proprio perché costa tutti quei soldi, se gli affari andassero male, dovrei poterlo rivendere ad un buon prezzo.

18 Maggio 97

I fratelli Rambo.. Capitolo speciale, dedicato a 2 fratelli danesi, tali Jeppe e Tobias. Li avevo visti, la prima volta, sulla nave da Nufùaloka alle Ha’apai: entrambi vestiti con pantaloni da fatica militari, maglietta militare e giaccone verde militare, biondi, uno sui 23, l’altro sui 25.. li avevo scambiati per 2 tedeschi, e mi aspettavo che tirassero fuori o la luger, oppure la tessera della Hitler Jugend.
Li ho reincontrati, qui’ all’Hill Top, a Neiafu: anche qui’, l’abbigliamento militare è sempre di prammatic, Attilio li chiama i fratelli Rambo.. Ovviamente, come succede sempre, la prima impressione che ne avevo ricevuto, vedendoli in nave, è risultata completamente sbagliata: saranno anche matti, forse, ma sono dei buoni diavoli, molto amichevoli, anzi ansiosi di parlare e socializzre. Certo, hanno la un po’ la mania del survival, ma non significa mica niente.
Qui’, a dire il vero, avevano un tantino rotto le oo a tutti: di fatto avevano monopolizzato lo stereo, sempre i Dire Straits a volume piuttosto alti no, e fino a tarda notte, tant’è che Loredana era già intervenuta un paio di volte o 3 per calmarli..
Sono qui’ per un loro progetto: andare a Fua’amoto (un’isoletta disabitata, ad una quindicina di miglia a Sud) e li’, con pochissimi attrezzi, costruirsi un trimarano, con scafo centrale in stile drakkar vichingo, con tanto di drago in prua e ruota di poppa. Poiché i drakkars usavano vele quadre, e quindi non potevano bolinare, loro modificherebbero la velatura con un armamento a sloop (randa e fiocco), e per poter tenere il mare, non disponendo di chiglia zavorrata, ecco che il bilancere polinesiano è una scelta scontata, inoltre, poiché come capacità di navigzione a vela, dispongono soltanto di un librettino survival "Come veleggiare in 7 giorni", hanno deciso di usare non un solo bilancere, ma 2, ed ecco il trimarano.
In questo periodo, sono rimasti qui’ per il training: scalata dei cocchi e camminare scalzi.. Per scalare i cocchi, hanno ideato e costruito una specie di esoscheletro con staffa per il piede, da agganciare ai polpacci, con tale attrezzi vanno su e giù per i cocchi, mica molto.. 4 o 5 volte al giorno vanno su è giù per cocchi di una dozzina di metri, solo per restare in esercizio, invece camminano sempre scalzi, specie sulle strade sterrate, anche se, per ora, non si sono molto "climatizzti" in tale esercizio, e camminano un tantino male.
Qualche giorno fa, c’è stata l’occasione, ed ho intavolato il discorso sul loro progetto, cosi’ me l’hanno illustrato, intanto l’idea originale, del drakkar, si è leggermente ridimensionata: sarà una canoa ricavata da un tronco scavato, attorno ai 5 o 6 metri fuori tutto, con armamento a sloop e i 2 bilanceri. Per costruirlo dispongono di ascia e di una sega, oltre a machete e bushknife. Hanno anche un po’ di cordame vario (gli ho insegnato la gassa spagnola x incapellare la testa d’albero, il paranco da usare per tenere tirato il boma, e come fare le impiombature sulle corde). Oltre a ciò, hanno una marea di materiale: radio VHF,una trivella da legno del 22 o 24, una forma per produrre cavicchi di legno rotondi per quei buchi, telecmera (perché vogliono documentare tutti gli aspetti importanti), un pannellino solare caricare le batterie, lampade a petrolio grosse, arpioni x pescare e una marea delle cose più varie: circa 130 kg importati dalla Danimarca, più tutto quello che hanno acquistato qui.
Parlando con loro, ho scoperto che, oltre al trimrano, intendono costruirsi anche un’abitazione: un fale con 6 tronchi di cocco come base, piattaforma, 3 pareti e tetto (pareti e tetto in stuoie di cocco), ma il bello della faccenda è che tale abitazione la vogliono fare su palafitta, proprio in cima al reef, in modo da potersi tuffare in cqua, direttamente dalla piattaforma di casa. Per essere matti, sono matti veramente, pero’ potrebbero anche riuscirci.. Hanno preventivato 3 settimane per costruire la casa, e il resto, fino a metà luglio, circa, per il trimarano, hanno già spostato la prenotazione del volo di ritorno attorno ai primi di agosto.
Ahh.. dimenticavo: il trimarano sarà un qualcosa tipo "usa e getta":
con quell’imbarcazione dovrebbero veleggiare dall’isoletta sperduta fino a Port of Refuge, qui’ a Neiafu, poi lo abbandoneranno, o lo regalernno: lo scopo del tutto, sarebbe solo di dimostrare che la cosa è fattibile.
Come viveri, si sono portati dietro 2 caschi di banane, uno di banane da mangiare crude e l’altro di quelle grosse da lessare, che poi si mangiano come le patate. Acqua: 4 o 5 litri, giusto per il primo impatto, poi dovranno scalare i cocchi e bere il latte delle noci.  Dovranno procurarsi tutto il resto del cibo localmente (le banane se le sono portte dietro perché sull’isol NON ci sono banani ne papaye, e loro necessitano di vitamine) inoltre devono appena trovare taro o yam, o manioca. Addirittura si portano dietro 3 esemplri di una piantina (che li’ non esiste) e che è famosa qui’ perché il suo succo ha grosse capcità sia per fermre il sangue sia per disinfettare e aiutare l guarigione delle ferite: le piantine le metternno a dimora li’, in modo che si diffondno e possano tornare utili anche a chiunque, in futuro, se si trovasse li’ ne avesse bisogno, le hanno scavate ieri sera qui’ in giardino.
Erano già stati, un’anno fà, qui’ alle Tonga, per oltre un mese, ed erano andati in giro, con i barcaioli locali, per cercare un’isola che avesse le caratteristiche che gli interessavano, la scelta è caduta su quella, perché era l’unica che avesse un albero del tipo richiesto e delle dimensioni e forma volute, in un posto accessibile per poterlo abbattere e poterlo poi lavorare, anche se purtroppo è scarsa in alberi da frutto.
Non sono nuovi a queste avventure: oltre ad altre cose, anni fà hanno costruito, con materiali di fortuna, un aereo ultraleggero, con un motore recuperato e via di seguito, e l’avevano anche finito, solo che il giorno in cui dovevano collaudrlo (in Danimarca) è arrivata la polizia e li ha bloccati mentre stavano per decollare: l’aereo non era omologato per il volo, cosi’ glielo hanno sequestrato :-)).
Sono partiti ieri mattina, per l’inizio dell’avventura: hanno caricato tutto su un Furgone/Taxi e si sono fatti portare al porto, ove avevano noleggiato una barca che li avrebbe portati sull’isola e lasciati li’.  Solo che sono anche sfigati: dopo più di una settimana di bel tempo, proprio ieri pomeriggio (dovevano essere ancora in mare, in viaggio), il tempo è cambiato: vento e pioggia, anche forte, ed ha continuato cosi’ per tutta notte, e a parte un paio d’ore di sole stamattina, stà continuando tutt’ora. Anche se la costruzione di un riparo di fortuna sarà la prima cosa, ieri sera, stanotte ed oggi (e magari anche domani e dopo) staranno un tantino freddini e bagnati: niente fuoco, terreno bagnato, frasche già fradice d’acqua, peccato.
Sono rimasto d’accordo, con loro, che avvisino Attilio, via radio, circa una settimana prima di rientrare: se sarò ancora alle Tonga, verro’ qui’ a vederli rientrare, e sono certo che se ce la fanno, tutti gli yachts presenti a Port of Refuge, per l’occasione usciranno in mare per scortarli nelle ultime miglia, o magari andranno addirittura laggiù, per seguirli, poi, in tutta la navigzione di ritorno.
 

19 Maggio 97

Nuovo tentativo di spedizione dei mex e del file fatto oggi, ed anche questo è abortito: avevo portato a 2 minuti il tempo di attesa per il connect, stavolta sono riuscito a chiamare e ad avere in linea il modem di Matteo che rispondeva, solo che quando i 2 modems si sono messi a fare l’handshake ci hanno provato una volta, poi una seconda quindi uno dei 2 modems ha chiuso il tentativo con un bel NO CARRIER probabilmente, l’assieme di distorsioni e ritardi dato dal passaggio attraverso almeno 3 satelliti (uno tra Vava’u e Tongatapu, poi almeno 2, se non 3 per passare da Tongatapu fino in Italia) è troppo pesante. Riprovero’ mercoledi’ da Nuku’alofa, se riesco a convincere Caroline a prestarmi il telefono, magari da li’, con un hop e 2 stazioni di terra in meno, forse ce la fa.. Le 2 prove che avevo fatto, da Milano, fino in Nuova Zelanda, avevano dato rispettivamente il connect a 24.000 e 21.600 e il transfer completato regolarmente.  Comunque sia, anche se da li’ ci riuscissi, non significherebbe nulla, perché per tenere in piedi il sistem di comunicazione, dovrei necessariamente chiamare da Nuku’alofa.
 

20 Maggio 97

Oggi, nel pomeriggio, qualche piccolo problema alle vie urinarie, continui stimoli, ma scarsissimi risultati, poi, alla sera, dopo aver mangiato al Hill Top, sono andato a passare la serata al Sunrise, solo che il disagio aumentava pian piano.. ad un certo punto me ne sono andato, ma arrivato all’Hill Top stavo talmente male, con dolore fortissimo al rene sinistro (o al colon discendente, o qualcosa di simile), che ho deciso di trascinarmi giù dalla collina per trovare un taxi e tornare al Sunrise, dove Attilio, Loredana, Francesco e la moglie, forse avrebbero potuto aiutarmi, ho trovato un taxi solo per gli ultimi 100 metri. I 4, vedendomi, si sono allarmati, stavo parecchio male, per cui si sono attaccati al telefono ed hanno cercato il dottore italiano, solo che la tongana che ha risposto al telefono si è rifiutata di andare a svegliarlo, saranno state le 22.30, forse le 23, tentativi ripetuti 3 volte, ma quella risponde che non lo può svegliare e mette giù, per cui ho deciso di farmi portare all’ospedale.. breve corsa in taxi ed all’ospedale, un paio di infermiere dicono che il dottore c’è, ma sta dormendo a casa (dietro l’ospedale), e non lo possono svegliare, la moglie di Francesco ed Attilio sono andati a tirarlo giù dal letto, e quello finalmente è arrivato. Mi hanno misurato la pressione, qualche breve informazione sui sintomi, ed il medico ha deciso che doveva trattarsi di problema intestinale: un’iniezione antidolorifica intramuscolare, poi ho chiesto io di andare a vomitare volontariamente, per liberarmi lo stomaco, quindi, visto che i dolori continuavano pesanti, un’endovenosa antidolorifica, ho chiesto di passare la notte li’.. mi hanno assegnato un letto (senza lenzuola e cuscino, i tongani se li portano da casa), Loredana ha fatto casino ed hanno tirato fuori 2 lenzuola, una copertina leggera ed un cuscino, mi hanno attaccato una flebo di soluzione salina, alla richiesta di acqua da bere hanno indicato il rubinetto in corridoio, nuove proteste che stavo male ed hanno tirato fuori un bicchiere, poi mi hanno piantato li’; notte piuttosto pesante.
 

21 Maggio 97

Al mattino, è passata una col carrello, mi ha dato un bicchiere di the e 2 fette di pane con marmellata: i dolori che erano passati, sono ricominciati quasi subito, ma dopo un’oretta sono finiti. È passato Attilio a vedere come stavo, ma oramai, credendo fosse tutto a posto, dopo aver rivisto il medico, ho deciso di farmi dimettere (T$54, 20 per l’intramuscolare, 30 per l’endovenosa e la flebo e 4 per la notte di ricovero). Riposato il resto della mattina, poi è arrivato Charlie per portarmi all’aeroporto, già durante il viaggio in taxi i problemi sono ricominciati, comunque dopo 1 ora di volo, a Tongatapu col taxi direttamente al Breeze Inn, il tempo di mettere giù le valige, salutare Caroline e direttamente a letto. Con un’oretta abbondante di training autogeno, riesco a far calare i dolori e quindi a dormire.  Oramai ho pesanti tracce di sangue nelle poche gocce di orina che riesco a fare, ed ho deciso di iniziare la curab dell’acqua: circa 3 litri fino al mattino, ogni volta che mi sveglio, prima in bagno e quindi un’altro mezzo litro d’acqua. L’altro ieri ho mangiato al mattino, ma la cena l’ho vomitata tutta, oggi assolutamente nulla, solo acqua.
 

22 Maggio 97

Mentre dormivo, al mattino, sono arrivati altri ospiti: i 2 fratelli americani, Russel e Scott, già conosciuti a Neiafu, Scott è in compagnia di una giapponesina dal nome impronunciabile. Erno alle Ha’apai, al NiùAkalo, molto soddisfatti sia dell’hotel, della spiaggia, della cucina e dello spirito dei locali, cosa che nelle altre isole NON c’è.
Mngiato quasi null tutto il giorno, solo una mezza papaia, i problemi continuano: quando mi muovo, o quando mangio, i dolori riprendono, sto’ bevendo acqua a quantità industriali.
Alla sera, i dolori cessati da ore, mi sono aggregato a loro per una visita al Tongan National Center, già che c’ero ho invitato anche Caroline.
Cerimonia della kava: Russel (che doveva già sapere di cosa si trattava si è offerto volontario per la parte del nobile, e in circa una ventina abbiamo partecipato al rituale; la cosa è interessante, anche se la kava ha un sapore non molto buono. Alla fine, a Russel, hanno dato il diploma per aver interpretato, la parte del "nobile onorario", a noi altri (una ventina +o- niente)
Cena: Selfservice, su due banconi c’erano una quindicina di piatti diversi, più un paio di maialini che venivano tranciati man mano che la gente passava davanti, allo svuotarsi di un piatto lo cambiano con uno pieno, dopo aver riempito il proprio di un po’ di tutto si va a mangiare, se se ne vuole ancora, si rifà il giro a volonta. Durante la cena, quasi nessun problema col mio (ho deciso) rene sinistro.
Danze: Nulla di sessuale, come alle Hawai, qui’ quasi tutte danze lente, quasi fermi, a volte seduti, muovono la testa, le braccia e le mani, uniche danze movimentate quella dei guerrieri (prima con un remo, poi con un arpione stilizzato), e quella dei bastoni: i maschi con un bastone di 1.5 m, e le femmine con 2 bastoni da 35 cm ciascuna.  Accompagnamento di tamburi e canti.
Durante le danze, vuoi per il ritmo delle percussioni, vuoi per la cena (avevo deciso che dopo 3 giorni di digiuno qualcosa dovevo mangiare), sono ricominciati i dolori, forti. Alla fine, ci hanno riportato  casa (mannaggia, a noi col secondo giro), comunque, arrivato, subito un bel mezzolitro ed a nanna. Il primo giro, mi sono calmato presto ed addormentato velocemente, poi alle 3, circa, dopo un salto in bagno, nuovo attacco, pesante: ho faticato parecchio a calmarmi e riaddormentarmi. Soliti 2 litri d’acqua nella nottata.
 

23 Maggio 97

Al mattino, colazione leggerissima: ½ papaia e 2 fette di pane e marmellata, quasi subito i dolori sono ricomparsi, ma poi sdraiandomi, se ne sono andati. Verso le 2, ho deciso che oramai, non andavo di corpo da + di 3 giorni, e Scott mi ha dato delle pastiglie lassative, verso le 6 hanno fatto effetto (leggero), mi sono liberato della cena tongana di ieri, ora sto scrivendo, mi muovo, e non succede nulla, forse si trattava sul serio di un blocco intestinale, vedro’ più tardi, quando mangio qualcosa.
Nel pomeriggio, sono andato alla Air New Zealand ed ho prenotato il rientro in Italia per martedì: volo diretto fino a Los Angeles, 25 ore di sosta, volo fino a Londra, 7 ore di sosta e quindi a Milano.
Scott mi ha consigliato, se in volo sto’ male, di chiedere aiuto medico direttamente all’aeroporto: hanno un’ospedale interno, piccolo, per i soli passeggeri in transito, con un medico con preparazione molto estesa ed un paio di infermiere, ed i prezzi, per i passeggeri, non sono da rapina come quelli degli ospedali cittadini, viceversa, se non ho problemi, mi ha consigliato decisamente un’albergo, piuttosto delle stanze da riposo dell’aeroporto, quelle vanno bene per una decina di ore, ma un giorno intero è troppo.
Riprendo più tardi, 22.30. Stasera ho mangiato, non troppo, comunque anche pomodori e cetrioli in insalata (che non sono troppo leggeri), senza nessuna reazione, ho provato a fare una camminata, e sono stato in giro per più di 1 ora e mezza, senza alcun disturbo, per cui, salvo incidenti dell’ultimo minuto, penso che il lassativo di Scott mi abbia liberato, dopotutto aveva ragione il medico tongano a pensare che fosse un problema di stomaco, solo che si è dimenticato che potevo avere contemporaneamente ANCHE un blocco intestinale, e che necessitavo di un purgante per sbloccarmi: la parte bloccata probabilmente premeva sul rene (o forse anche sulla milza se è a sinistra) provocando tutti i problemi e le sofferenze di 4 giorni.
Quindi, se non avrò avuto altri problemi di salute, lunedì mattina andrò a parlare con la figlia di Seletute, se sarà possibile avere un permesso di soggiorno di qualche mese (mi dicono che 6 mesi è abbastanza facile, e che poi spesso lo rinnovano) andrò a cancellare la prenotazione del volo, altrimenti parto.
Dalle informazioni ricevute, sembra che le W. Samoa siano poco consigliabili, causa samoani a volte amichevolissimi, ed a volte estremamente incazzosi, per cose che per noi non hanno alcun senso, fino a tirarti un pugno sul naso. Ho anche sentito dire che più di qualcuno ha "volontariamente" donato a qualche samoano quello che aveva in tasca, convinto da un bushknife al naso, non so se siano leggende metropolitane o verità sacrosante, comunque non mi sembra il caso di rischiare. Anche le varie guide riferiscono che i samoani usano comportamenti, posizioni nel sedere, nel parlare nel camminare per la strada e via di seguito, che seguono dei rituali da rispettare assolutamente, salvo farli arrabbiare; oltre a ciò, che la loro idea della "proprietà privata" è molto vaga. Per tutto ciò ho stabilito: niente W. Samoa, se devo partire torno in Italia, una revisione, scarico il  peso superfluo che mi sto’ portando dietro e quindi riparto per qualche altro lido.
 

24 Maggio 97

Fatto, con tutto il gruppo attuale al Breeze Inn, il giro turistico dell’isola, per vedere tutte le cose di rilievo, una giornata basta ed avanza.. comunque la guida (un tongano) è stato in gamba, ed ha risposto anche alle domande strane (solo un paio di volte, senza alcun problema, ha detto che "questo non lo so").
 

25 Maggio 97

Unica cosa particolare: Caroline ha invitato tutto il gruppo, le 2 ragazze danesi, Russel e Scott e me a cena: ristorante cinese da Lilly, di fronte Queen Salote warf, ottima cena e buon servizio, posto da ricordare e frequentare, anche se, con quello che abbiamo bevuto, deve aver spese un capitale e mezzo, ma dopotutto sono ancora soldini nostri.. :-((
 

26 Maggio 97

Contattata stamattina la figlia di Seletute: gentilissima, ha preso nota del mio caso, ha evidentemente contattato qualcuno, per cui il risultato: domani mattina, alle 10 devo andare all’immigrazione, pagare i T$26 di tassa governativa di soggiorno richiesti e ritirare l’estensione a 6 mesi del mio permesso di soggiorno (attualmente è di 30 gg, ed è scaduto da 4 gg). Chiederò anche se, alla scadenza, potrà essere rinnovato di altri 6 mesi. Quindi, per ora, è cosa fatta: RESTO QUAGGIÙ almeno per altri 5 mesi, poi si vedrà.
Appena ho il visto in mano vado all’Air New Zealand e cancello la prenotazione del volo di domani, e ne faccio una nuova valida tra 5 mesi, quindi passo alla Tonga Air Lines e prenoto il primo volo per le Ha’apai dove mi stanzierò (se Seletute non vuole troppi soldini) nel loro bunglow..
 

28 Maggio 97

Andato ieri all’immigrazione, riempito il modulo e pagata la tassa di soggiorno, martedi’ prossimo devo andare a ritirare il visto, nessun problema, unico neo è che il visto turistico NON è rinnovabile.  Ovviamente ho fatto cancellare la prenotazione del volo di rientro.
Telefonato a Milano, dato il num. del Breeze Inn e fermato le eventuali lettere dirette alle W.Samoa, a casa tutto normale. Ho chiesto di lasciare il Fax della BMC in ricezione, ma è stato inutile: ho cercato di far spedire un fax con le ultime news, ma, o
per l’incapacità della tongana, o per la macchinosità del fax in BMC che, dopo il connect, risponde voice in italiano di iniziare a spedire, ho avuto solo un "comunication error" da 12.5 $ :-((
Stasera dopo un risottino, sono andato con Caroline in un paio di locali, mi ha anche detto qualcosa che pero’ non ho ben capito, sospetto che voglia farmi trovare una moglie tongana e voleva che almeno la vedessi prima, da quel che ho capito, non è che sia molto snella, non parla inglese e dovrebbe avere almeno un paio di figlie, di cui una sposata, quindi tanto giovane non può mica essere, meno male che non era li’: sia lei, che la figlia (o magari solo la figlia, quien sabe) era ammalata.
Ad un certo punto della serata, al Billfish Bar (ottima musica, fatta a un’orchestrina tongana di 3 elementi), è arrivato un inglese, pelato, baffi e favoriti, sui 65, con 2 polinesiane, ma non 2 normali, definirle "strafighe" è poco.. una sui 25 e l’altra sui 19, comunque, dopo i saluti di prammatica quelli si sono seduti al loro tavolo, solo che dopo un po’, l’inglese, per sfottere, chiede, a Caroline, ad alta voce, se fosse li’ col suo nuovo boy-frend (io), e quella imperterrita ed a voce altrettanto alta: "Si certo, uno cosi’ non è facile a trovarsi, qui’ sono tutti grassi, e devo trattarlo bene", poi, la carogna ha aggiunto la bordata: "E tu, invece, sei qui’ con le tue figlie?": manco 5 minuti dopo, il trio ha deciso di cambiare locale  :-)

In un’altro locale, abbiamo incontrato un po’ della strana gente che gira per il Sud Pacifico, tra gli altri anche lo scrittore di cui aveva parlato Attilio a Vava’u, un americano che ha fatto il solito libro sul Sud Pacifico, e ogni 2 anni ne fa la revisione ed una nuova edizione: sospetto che mi metterà nella nuova edizione come "l’italiano che vuole aprire alle Ha’apai un clinica per tartarughe o qualcosa di simile", comunque ha detto che tra un pio di anni (per la 7a edizione) passerà alle Ha’apai per vedere che diavolo mi è successo.
Giacchè era serata di carognate, ho approfittato dell’occasione per raccontare la disavventura occorsami a Neiafu con l’Alfredo, il dottore che non poteva essere svegliato e che sta cercando di aprire il business con le galline ovaiole, magari finisce anche quella sul libro, già alla 6a edizione.
Interessante la reazione delle cameriere del locale, quando hnno saputo che Caroline è la proprietaria del Breeze Inn: il loro modo di fare, da distaccato e leggermente annoiato, è passato a molto caloroso e molto amichevole, chissà, magari l’inglese proprietario del bar usa elargire paghe troppo basse: a Tonga i sindacati non esistono, sono fuorilegge.
 

2 Giugno 97

Nulla da segnalare, in questi giorni: solo dormire e fare qualche giringiro. Oggi ho ritirato il passaporto con l’estensione a 6 mesi del visto. La segretaria del Ministro di Polizia è stata utile..  dovrò fare qualche regalo di ringraziamento alla vecchia Seletute, e forse anche alla figlia (adottiva), se e quando dovesse venire a Pangai. Dopo ritirato il visto me ne sono andato dritto alla Tongan Airlines ed ho fatto il biglietto per le Ha’apai, parto domani alle 15.10, meno di 40 minuti di volo e ci sono.. Ci tenevo ad andarci subito, perché qui’ il 4 giugno è festa (Emancipation Day, ossia la ricorrenza della loro Costituzione), in tale occasione, alle Ha’apai tengono un festival di 3 giorni, e volevo per l’appunto essere li’ fin dal primo giorno.
Ho anche lasciato, alla Air New Zealand, il vecchio itinerario, con le istruzioni, per l’impiegato, di usarlo dopo metà settembre, per prenotarmi il rientro (se dovesse avvenire), comunque gli darò io una telefonata dopo il 15 di settembre (non possono prenotare con più di un mese di anticipo), e, visto che i voli da Tongatapu a Los Angeles ci sono solo al martedì (+ di 14 ore di volo), ho già deciso, che se non trovo il modo di restare a tempo indefinito, rientro col volo che parte da qui’ il 14 ottobre, ma non è assolutamente detto, perché già una volta ero sulla strada del rientro, e poi, la mattina stessa della partenza ho trovato il modo di restare.
Nulla di fatto circa la tongana che Caroline voleva presentarmi: non si è fatto vivo nessuno, ed io, non sono certo andato a sollecitare :-)
 
 
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