Scoprire Genova - Appartamento in Affitto

Il diario di Walter

parte 2

3 Giugno 1997

Volo senza lode e senza infamia, da Tongatapu a Lifuka, T$30 di sovrappeso, e mi hanno pure scontato prima 10 Kg, e poi, visto che non avevano da cambiare, altri 6 $ :-), chissà perché, anche stavolta mi hanno messo sull’ultima fila di posti, in coda, vicino al portello, come le altre 2 volte con la Tonga Airlines.
Arrivato al Niu Akalo Hotel, si stavano preparando per il Festival, Ciascuno degli arcipelaghi, annualmente, ha il proprio Festival, alle Vava’u lo fanno in occasione del complenno del principe ereditario, qui’ alle Ha’apai lo fanno in occasione dell’Emancipation Day, ossia la ricorrenza legata alla loro prima Costituzione, avvenuta attorno al 1875 o giù di li’, il 4 di Giugno.
Il Festival dura 3 giorni, ma comincia già la sera del 3 Giugno, si tratta di una serie di spettacoli, avvenimenti, esibizioni, gare (sportive e non), ad esempio, stasera c’era una serie di gare di danza, sia per giovanissime, sia tra gli 8 e 9 anni, ed una per senior (oltre i 14), più una serie di gare di canto, cori vari, ed una sfilata di moda, quest’ultima in 2 sottorami: "Tradizionale" e "Nuove Creazioni").
Ottimo spettacolo per le danze: in abiti tradizionali, sia le soliste che quelle in gruppo, si esibiscono al suono di cori o musiche, simili a quelle già viste al National Center, pero’ li’ si trattava di forzature, fatte per i turisti, mentre qui’ si trattava di esibizioni forse un tantino meno professionali, ma sicuramente più sentite, con il pubblico, per giunta, che acclama e fa’ il tifo per questa o quell’altra. Stessa cosa per le gare di canto, sarà l’abitudine di cantare in chiesa o chissà che, ma cantano bene. Nulla che ricordi, sia nelle danze, che nella musica, le musiche Hawaiane.. qui’ le danze le fanno stando quasi ferme, muovono appena appena (e lentamente) i piedi ed il corpo, la danza non è altro che il muovere lentamente, a ritmo, le mani e le braccia, con la danza spesso viene mimata una storia, e, anche con quei pochissimi movimenti, se la danzatrice è brava, si riesce a capirne la trama; nelle danze di gruppo, ci sono diverse danzatrici che si muovono in sincrono, e mimano ovviamente tutte la stessa storia, oltre alla bravura nel mimare, in questo caso conta anche la capacita’ di compiere gli stessi movimenti sincronizzati. Alla fine, riconoscimento e diploma per tutti, distribuito da uno che credo sia un Nobile, intervenuto per l’occasione: c’era una giuria popolare da una parte, ed il Nobile (anche lui un giurato) dall’altra.. poi hanno raccolto i voti ed annunciato i vincitori.
Ottime anche le danze spontanee tra il pubblico: tra un numero e l’altro, si esibisce un’orchestrina locale, e durante tali interludi parecchi del pubblico si lanciano in danze estemporanee, tra applausi ed urla degli altri, nel frattempo, passano delle hostess ad offrire biscotti e rinfreschi vari al pubblico, costo del biglietto 1$.
Alla prima serata, ci siamo andati in una dozzina, tutti guests del Niu Akalo (stasera, a cena, eravamo in 14: il tutto esaurito), con lo shuttle dell’albergo.. Ovviamente anche le varie organizzzioni (colleges, resorts, aziende etc.) partecipano con i propri gruppi o solisti.. devo dire che sia le ballerine che i coristi del Sandy Beach erano meglio di quelli del Niu Akalo, con grande soddisfazione del tedesco che gestisce in Sandy Beach Resort (lo stesso che aveva messo su il Seaview, il miglior ristorante di Nuku’alofa, che poi ha venduto per aprire il resort Foa, isola attaccata a Lifuka dalla strada costruita sul reef. Su quella strada, tra l’altro, succede una cosa sconcertante: comunque sia la marea, crescente o calante, il mare, dalle 2 parti della strada non è mai allo stesso livello.
Al rientro, un cielo stellato come mai visto dalle nostre parti: tra l’aria pulita, e la mancanza sia di illuminazione pubblica sia di inquinamento, il semplice cielo stellato, con la Via Lattea, diventa uno spettcolo da godere; parecchie anche le stelle cadenti.
Parlato sia a Seletute, sia ad una che faceva da Maitre d’Hotel, della mia lunga permanenza, per ora mi hanno messo in un "Business Class", visto il pienone, altrimenti avrei dovuto dormire sotto le stelle.
 

4 Giugno 1997

Stamattina pioggia, anche fortina, cosicché il comitato per il Festival ha deciso che oggi non si farà’ nulla.. forse domani, o forse il Festival è già finito :-(
Ero già in città, e poiché la pioggia stava terminando, sono andato a HiHifo (non c’è confine visibile tra i 2 abitati) a vedermi una delle antiche tombe reali: una serie di lastroni di pietra, ben squadrati, a formare una piramide a gradini di base quadrata, il primo livello di circa 20 x 20 metri, ed alto poco meno di un metro, quindi, a 70 cm più all’interno, un nuovo gradino, quindi un terzo.. ci sepellivano il re, e la tomba restava li’, sacra, fino  quando moriva il nuovo re, dopodiché veniva distrutta e i lastroni dispersi, e costruita la tomba per quello appena morto, cosicché c’erano sempre solo 2 re: quello vivo ed in carica e l’ultimo sepolto, solo in tempi piuttosto recenti hanno smesso di distruggere quella vecchia, quando dovevano sepellire il re appena morto, cosi’ di antiche tombe ne sono rimaste poche: una qui’ alle Ha’apai, ed una decina o poco più a Tongatapu.
Li vicino, c’è pure un cartello che descrive la fortezza di Velata, un sito militare fortificato, famoso perché proprio qui’, nel 1826, il capotribù delle Ha’apai ha sconfitto il Tui’Tonga, prendendo e radendo al suolo la fortezza, e suppongo, mettendo ad arrostire parecchi degli ex difensori, diventando cosi’ il capostipite dell’attuale dinastia Tupou, e mettendo fine contemporaneamente alla famiglia ed alla dinastia precedente. Purtroppo, della fortezza, non è rimasto null’altro che il cartello che dice dove stava, ed un monticello di terra (che pero’ non sono riuscito a vedere), in mezzo al bosco
Già che c’ero, sono andato a vedermi anche la costa est, quella battuta in pieno dall’oceano (qui’ il fondale arriva su dritto dagli oltre 10.000 metri della Tonga Trench, in circa 50 km di mare, ed il vento che muove le onde, a queste latitudini, fa il giro del mondo senza trovare alcun ostacolo, tranne qualcosa delle Ande in Centro/Sud America), le onde che si abbattono sul reef formano cavalloni di parecchi metri, ed offrono uno spettacolo terrificante. Purtroppo, mi sono scordato che l’isola è triangolare, e che, se all’altezza del Niu Akalo è larga meno di 800 metri, dove l’ho attraversata io sono più di 3 km, in mezzo a piantagioni e bosco: tra una cosa e l’altra, 4 buone ore di camminata. Sulla spiaggia, poi, ci sono parecchi pezzi di alberi di corallo bianco, staccati dalla base da qualche ondata un po’ fortina che ha superato il reef, alcuni anche grossini, attorno ai 50/60 cm, bellissimi, peccato che sia corallo bianco (dopo qualche tempo diventa friabile) e che siano piuttosto pesanti, altrimenti, magari, un pezzo me lo porterei volentieri a casa.
Sempre stamattina, prima di partire, la tizia che ieri faceva da concierge, mi ha detto di aver parlato con il proprietario (???) e che quello, per la mia lunga permanenza, ha offerto T$10 al giorno per la camera, T$3 per il breakfast, e T$10 per la cena (normalmente i prezzi sono rispettivamente 16.50, 6 e 12), il tutto, pero’ partendo da Luglio.. io ho detto che poteva anche andare, pero’ partendo subito, fin da ieri: ne avrebbe parlato col proprietario e mi dira’ qualcosa.
Poi ho accennato alla cosa a Seletute, dicendo che pensavo fosse lei la proprietaria, e rammentando il piccolo bungalow. Ora, da quanto ho capito, il bungalow è di proprietà di Seletute, mentre l’albergo, o è in conproprietà, o addirittura lei e la famiglia sono solo i gestori, mentre gli utili, o almeno una parte, vanno al proprietario, che, proprio in previsione del tutto esaurito per il Festival, ha mandato una sua "Longa Manus" a dirigere e controllare la situazione.
Seletute, ovviamente, ha detto (ed ha ragione) che qui’ ho un cubicolo, con i servizi in comune con altri 3 cubicoli eguali al mio, mentre li’ avrei una casa tutta per me, che già in pianta, da sola, è leggermente più grande di un falè con 4 stanze (max 8 persone)
Ne ho chiesto il prezzo, ovviamente, ma la marpiona ha nicchiato dicendo che non si trattava di prezzo, che quello è certamente meglio di un First Class, e che era sicura che un accordo l’avremmo trovato.  Ha voluto sapere che offerta mi era stata fatta dall’altra (e dal proprietario), ho potuto solo parlare dei 10 $ a notte, poi è arrivata gente ed abbiamo interrotto, riprenderemo alla prossima occasione. Comunque sia, dormire e mangiare 2 pasti (pantagruelici) al giorno, già cosi’ mi costerebbe 23$ al giorno (circa T$700 al mese, più o meno una milionata di lire), cui dovrei aggiungere l’eventuale costo di lavanderia, sigarette e qualche beveraggio al bar, giusto per non fare l’eremita; staremo a vedere se e cosa offre Seletute quando il discorso riprenderà. Come riferimento, al Breeze Inn in Nuku’alofa spendevo 32.50 a notte, al Top Hill 17.50 a notte (ma in entrambe i posti il prezzo si riferisce al solo dormire, pasti e quant’altro da aggiungere, a mio carico.
Parlando del costo della vita, bene, può essere "cara" o no, a seconda di chi è che deve vivere e come vuole farlo: un tongano, riceve gratis il terreno per costruirsi la sua casa,  allevare qualche gallina e qualche maiale, le case, qui’, sono costruite con materiali di fortuna, quindi la costruzione di un rifugio per quando piove, in sé non è costosa.
Per vivere, poi, i generi di prima necessità (tuberi vari, verdure, frutta, pesce) li ha’ praticamente a gratis, o perché è un agricoltore, oppure perché nella sua famiglia estesa comunque c’è qualche agricoltore e qualche pescatore. C’è da considerare che, la paga, per un tongano non specializzato, è standard: 1$ l’ora.
Se invece quello vuole avere la casa costruita in muratura, con l’acqua corrente, con il tetto in lamiera ondulata (un lusso), ecco che il cemento deve essere importato, tubi, sanitari, rubinetterie, materiale elettrico, le lamiere stesse, chiodi e spago sono tutti beni importati, quindi costosi, e sopratutto, acquistabili soltanto nei negozi, ed in denaro, niente scambi in natura. Se poi vuole la macchina e la benzina da metterci dentro.. e non parliamo di quelli che frequentano i bar per turisti.
Ciò’ spiega anche, perché una prima colazione, costa 6$ ed una cena grossa 12: a parte la frutta e lo zucchero per il caffè che sono di produzione locale, tutto il resto di una prima colazione è importato:
La farina per il pane, il sale, il burro, il caffè liofilizzato, il the, la marmellata, il latte, ed è importato pure il gas per scaldare e preparare il tutto, ed i fornelli pure. In una cena, invece, salvo il pane, sale, il burro ed il caffè, e qualche volta la corned beef, tutto il resto è di produzione locale, a costo teorico zero (si prende dall’albero, o si attinge alle disponibilità della famiglia estesa), anche la carne di pollo e di maiale va’ nel conto "zero": le galline ed i maiali razzolano e pascolano, addirittura i maiali vanno a pascolare, con la bassa marea, sul reef, e mangiano tranquillamente alghe, i crostacei che riescono a trovare, magari anche qualche pescetto rimasto imprigionato in qualche pozza, o rimasto in secca, oltre a cio’, i maiali (ed in parte anche i cani) tengono pulito il tutto, liberando la comunita’ di qualsiasi immondizia edibile, anzi, è un peccato che non mangino anche le lattine vuote, la carta e la plastica ed i resti delle automobili ultraventicinquennali.
Per un palangi, le cose sono diverse: deve comprare TUTTO, compresi i generi di prima necessita’, e se vuole fare il figo, pure l’acqua..  Tra l’altro, tuberi e parecchie verdure, qui’ si comprano a cestate di una quindicina di kg l’una, non è che costino granché, diciamo 5/6$ a cesto, uno per l’altro, ma io, che diavolo me ne farei con 15 Kg di taro, 15 yam, 15 di banane da lessare, altri 15 di bredfruit, 15 di tapioka, 15 di patate dolci e via discorrendo.. Se anche faccio un solo acquisto per ciascun genere, vado avanti con scorte x 5 mesi, solo che tutta quella roba, 5 mesi non li dura mica.. dubito possa durare anche un solo mese.. ne è possibile, cosi’ come niente comprare un frigorifero: costa 1600 $ (più di 2.200.000 lire). Certo, le banane e le papayas costano poco: trovi per 1$ circa 2 kg di banane, ed una papaya di 1 kg costa (a seconda del giorno) 50 centesimi o 2$, pero’ sono frutti maturi, e non durano più di ¾ giorni al massimo, le angurie costano da 2$ a 6/7$, a seconda delle dimensioni (il costo è caro perché vanno difese dai maiali con recinti particolari). L’insalata (qualsiasi tipo) viene estirpata con tutte le radici e venduta a cespo (2/3$), delle altre verdure, (pomodori, cetrioli, limoni, ravanelli, fagiolini etc.) ne fanno dei mucchietti più o meno eguali tra loro, dello stesso prodotto, e ciascun mucchietto viene venduto per 1$, o per 2, a seconda del venditore e della giornata.. gli ananas costano carucci, uno da 1 kg circa, costa 3 o 4$, quelli più piccoli (ma dopo scartata la buccia e il torsolo, non ti è rimasto nulla) costano attorno ad 1$. Patate e cipolle, uova, latte costano cari perché sono tutti importati, il pane costa poco: viene venduto in 2 confezioni base, una piccola ed una più grande, si tratta comunque di pan carré (quello per i toasts) non affettato, il pezzo piccolo costa 60 cents, quello grande 1$ (la farina per il pane è importata, ma per entrambi il prezzo è imposto dal governo).
Il vestiario può costare poco o nulla: scarpe, pantaloni, camicie, maglioni, giubbotti e simili, vengono venduti, uno per l’altro a 2/3$, si tratta di roba raccolta dagli enti di beneficienza americani (normalmente è roba nuova, e quando è usata, è comunque lavata ed in ottimo stato) ed inviata qui’ come "aiuti al terzo mondo", i 2 o 3 $ che si pagano, coprono a malapena il costo di distribuzione ed il tempo che il venditore dedica al commercio, ho visto comprare una camicetta, NON TAROCCATA, Yves St Lorent (o comediavolo si scrive) per 3$ (ma ce n’era una sola). Pero’ una maglietta T-shirt, comprata in negozio, costa tranquillamente 18$, e 30 o 40 (sempre in negozio) un paio di scarpe da donna che da noi manco i barboni vorrebbero..
Cure mediche: per i tongani sono pressoché gratis, pagano solo un ticket, mentre i palangi pagano, a seconda del servizio ricevuto, a volte solo le medicine, altre volte anche il consulto del medico, pero’ non è che l’assistenza medica sia granché.. la descrizione del mio ricovero di una notte all’ospedale di Vava’u credo sia stata abbastanza chiara, in merito.
Trasporti: Gli autobus costano dai 30 cents a 1$, a seconda del percorso che fa’ l’autobus, non ci sono fermate prefissate: uno vede l’autobus, lo riconosce come quello che vuole prendere (normalmente, davanti o sul fianco c’è scritto il percorso dell’autobus), fa un segnale all’autista e quello ferma e ti carica, normalmente, per evitare di fare troppe fermate, la gente che aspetta l’autobus si raduna agli incroci delle strade, o davanti a qualche baracchino (i negozi), o sotto qualche albero particolarmente ombroso, cosi’ approfittano, mentre aspettano, per socializzare; poi, quando uno vuole scendere suona il campanello e l’autista ferma, quello scende e paga la corsa normalmente ad un ragazzino (credo un figlio dell’autista) o magari ad una donna, o all’autista stesso.. non ci sono biglietti, solo un cestino, ove il cassiere di turno mette i soldini o pesca il resto da dare. Pero’ a volte capita (a me è capitato a Kolovai) di dover spingere l’autobus per metterlo in moto.
Traffico interisole: navi traghetto, il tragitto Tongatapu Ha’apai costa 25$, altrettanti +o- costa quello dalle Ha’apai a Vava’u, pero’ il viaggio in nave non è che sia molto "confortevole", ed inoltre, le navi (di 2 compagnie di navigazione diverse) partono da Nuku’alofa una il lunedì, e l’altra il martedì, fanno il giro fino a Vava’u e tornano indietro a Nuku’alofa (via Ha’apai) entro il venerdì sera, quindi il viaggio è possibile solo 2 giorni (successivi) ogni settimana.
Sempre interisole, c’è il traffico aereo: il costo è di 67$ per la mezza tratta, e di 129 per la tratta intera (max 10 kg di bagagli a persona, compreso il bagaglio a mano, e pesano tutto, pure le persone, per non mandare in sovraccarico l’aereo), se non ci sono almeno 3 passeggeri per le Ha’apai, l’aereo manco atterra a Lifuka, ma va direttamente a Vava’u (i passeggeri sono avvisati prima di partire, a loro scegliere se andare da un’altra parte o restare a terra).  Normamente c’è almeno un volo al giorno (salvo la domenica, beninteso), ma spesso anche più di uno: quando a Neiafu è finito il congresso dei metodisti, c’erano più di 5000 persone da scarrozzare:
2 corse speciali dei ferry, e fino a 7 voli al giorno hanno permesso, in soli 4 giorni di rimandare a casa tutti quanti. Lo stesso dicasi per venire qui’ per il Festival: il giorno precedente, anziché un volo, ne hanno fatto uno completo fino a Vava’u con tappa qui’, ed un’altro paio parziali da Tongatapu a qui’ e ritorno.
Generi voluttuari: sigarette dai 2.40 ai 2.85$ a pacchetto (da 25) ed inoltre ci sono solo di 2 marche, entrambe australiane; una birra (sia in lattina, importata, che in bottiglia, produzione locale) costa, a seconda di dove la prendi, da 1.5 a 3 o più $, Cocacola, "qualcosa cola", più Fanta ed altri beveraggi strani, tutti +o- da 1 $ (al supermarket) fino ai ¾ $ nei bar "notturni". Una cena, in un buon ristorante, costa un minimo di 10$, ma arriva anche ai 25, beveraggi sempre esclusi, ovviamente. Il vino, importato in cartoni da 3 litri dall’australia costa carissimo: nei bar, un calice 3 o 5$.
Altre cose: l’affitto di una bicicletta per una giornata attorno ai 5$, più o meno lo stesso un cavallo (ma poiché qui’ non esistono selle, devi cavalcare a pelo, con una briglia fatta di corda), un viaggio in città in taxi (da e per qualsiasi punto in città) costa 1.5 $, per i 22 Km da Nuku’alofa all’aeroporto, per decreto reale il taxi non può costare più di 12 $, ma molto spesso costa solo 10, inoltre ci sono gli shuttle dei tour operators che per 5 o 6 $ a persona caricano tutti quelli che trovano, se sei da solo, conviene lo shuttle, se siete in 2 o 3, conviene il taxi, gli shuttles, pero’, vanno all’aeroporto solo in occasione degli arrivi internazionali, ed anche i taxi, molto spesso sono "abusivi", si riconoscono perché sia i taxi che i camion hanno la targa J, cosi’ se ti capita uno targato T, o L, o altro, sai subito che è un abusivo, comunque nessuna differenza di servizio tra ufficiale ed abusivo. Fiorente il giro che molti taxisti fanno, per gli alberghi, se hanno tempo libero, ogni paio di giorni: si "prenotano" orario e percorso per quelli che vogliono andare all’aeroporto o magari da qualche altra parte, assicurandosi, cosi’, le corse più polpose. Il taxista (ufficiale) che a Vava’u è venuto a prendermi all’aeroporto, visto che era stato prenotato, ed aveva il taxi rotto, è venuto con un piccolo camion, una mezza dozzina tra ragazzi, fratelli e lavoranti vari, più una decina di ceste di prodotti agricoli  sul cassone, e non è che il camion fosse in condizioni molto migliori del taxi: ci siamo fermati 3 volte a riempire d’acqua il radiatore, poiché la pompa dell’acqua era andata e credo ci fosse pure qualche buco nel radiatore, comunque sia, è venuto lo stesso, perché la prenotazione era stata fatta dal proprietario del Top Hill, e lasciare un cliente dell’albergo, abbandonato all’aeroporto, per lui significa giocarsi ogni e qualsiasi credibilità e futuro incarico attraverso quella fonte.
Più care, invece, ovunque, le corse in barca (per i palangi, intendo), è normale sentirsi chiedere 25$ a persona per andare in un’isola che dista 3 o 4 km, e non bisogna MAI pagare per il ritorno, sperando che quello venga a prenderti: se quello ha fatto abbastanza soldini, per quel giorno, non viene mica a riprenderti, e se l’hai pagato in anticipo, per il ritorno, è più facile che abbia GIÀ raggiunto il target prefissato e quindi ti lasci li’ come un cucù, magari in un’isola disabitata, o in una spiaggia che può essere raggiunta solo in barca.
Una cosa cui bisogna fare MOOOLTA attenzione: sia a Tongatapu, che alle Vava’u, ci sono idepliants pubblicitari che parlano delle famose spiaggie, pero’ non dicono MAI che gli alberghi, normalmente, sono in città, e che per raggiungere quelle famose spiaggie, devi prendere il taxi (10 $ a corsa) e sperare che venga a riprenderti alla sera.. lo stesso per le barche, solo che li’, i $ sono 25 o 30 a persona.
Diverso, qui’ alle Ha’apai: gli alberghi cittadini a Pangai, distano non + di 500 metri dalla spiaggia, mentre quelli sul mare, sono effettivamente sul mare: qui’ il prato dell’albergo (largo una decina di mt o meno) finisce dove comincia la spiaggia, al Sandy Beach Resort stessa cosa, solo che qui’ è una cosa rustica e li’ è di lusso e paghi al tedesco 2 occhi della testa, lui, pero’, è onesto e te lo dice prima: servizio impeccabile, stile occidentale, se lo vuoi, devi pagarlo, qualcosa di simile ai Club Mediterranee, ma senza le pecche del turismo di massa.)
Carissimo come il fuoco il "Game Fishing", costa da 150 a 300$ a persona (dipende dalla barca e dal pescatore che ne è proprietario), minimo 3 persone, e, alla fine, il pesce pescato è di proprietà del padrone della barca, tua è solo la gloria di averlo preso e tirato su, ed eventualmente, se il caso, finisci nei records, se vuoi il pesce che hai pescato o te lo ricompri da lui, oppure anziché "andare a pescare col pescatore", noleggi barca, attrezzatura e uomo, in tal caso paghi dai 700 ai 1000$ il nolo della barca, paghi a parte il carburante, ed il proprietario è un puro esecutore: NON ti aiuta a pescare ma devi dirgli tu TUTTO cio che vuoi che faccia, anche la più piccola manovra.. in quel caso, alla fine il pesce (se lo tiri su’) è tuo, ma cosa te ne fai, poi, di un marlin di 200 kg non saprei proprio.

6 Giugno 1997

Ed eccolo qui’ il "ricco possidente", ora titolare di un conto corrente alla Bank of Tonga, con tutti gli onori (ed oneri) relativi: ieri mattina ho aperto il conto ed ordinato il primo trasferimento di valuta, i rifornimenti dovrebbero arrivare lunedì o martedì.
ho poi contattato gli amici del Hill Top a Neiafu per avvisarli sia dell’avvenuta guarigione (li avevo lasciati col blocco intestinale in corso), sia della felice conclusione del permesso di soggiorno, Attilio, al riguardo, era molto dubbioso, e prevedeva che sarebbe stato necessario ungere qualche ingranaggio qua’ e la’: almeno stavolta i fatti gli hanno dato torto.
Ora, mentre sto’ scrivendo, c’è qui’ uno dei ragazzi dell’Hotel, che sta’ osservando cosa faccio.. anzi, ora ne è arrivato un altro e sono in due: Talo e Sione, tutti contenti di essere stati infilati nella storia.. specie quando hanno visto scritti i loro nomi.
Per quanto riguarda il Festival, il comitato ha deciso che la pioggia della prima mattina era da considerarsi come "Act of God", ossia "Atto di Dio" che in quel modo ha chiaramente indicato di non volere che i festeggiamenti continuassero per i 3 giorni previsti. Ovviamente, i 3 giorni di "festa" ufficiale restano, ma senza le manifestazioni programmate: solo vacanza generale (di tutti tranne le scuole, per cui sono rimasti incazzati i ragazzini ed i maestri).
Ieri sera ho scoperto un aspetto della questione tongana che proprio non immaginavo: si parlava di un’isola qui’ vicino, e ci hanno consigliato di non andarci, perché si tratta di cattiva gente, non finché sono vivi, no, diventano cattivi quando muoiono e vengono sepolti, per cui, specie di notte, escono dalle tombe e minacciano, feriscono ed arrivano fino ad uccidere la gente, e questo non necessariamente subito, ma anche dopo lungo tempo, e anche se il malcapitato di turno se n’è andato dall’isola e sta’ da qualche altra parte. Sempre durante la stessa serata, ci è stato spiegato perché, negli anni 40, tutti i palangi sepolti nei vari cimiteri sono stati riesumati, e quindi sepolti in un cimitero a parte.. Poiché il grosso della gente sepolta giaceva li’ sin dal 1800 e rotti, ed all’epoca palangi e tongani si ammazzavano reciprocamente senza troppi problemi, sembra che i poveretti continuassero a litigare anche dopo morti, e per dare un po’ di pace sia ai morti, che ai vivi, nulla di meglio che riesumarli e sepellirli in un cimitero apposito, sul lato opposto della strada.. pare che dopo che li hanno divisi non ci siano più stati litigi.
I discorsi di cui sopra sono stati fatti seriamente da un tongano, di religione cristiana cattolica, (e non aveva bevuto), di buon livello culturale, uno dei "cervelli" della comunita’,  anzi, era piuttosto restio, inizialmente, a parlare della cosa, ed abbiamo dovuto un po’ forzarlo per farci spiegare in che senso fossero cattivi quelli dell’isola vicina, poi, una volta aperto l’argomento, quello è andato avanti da solo: si capiva che aveva la necessita’ psicologica di liberarsi, perché di simili cose, anche se sapute e sentite interiormente da tutti, non se ne parla mai, altrimenti i preti si arrabbiano.
Degli altri tongani presenti, alcuni, appena sentito l’argomento, se ne sono andati, altri sono rimasti ad ascoltare quello colto, con qualche commento cupo, e qualche scongiuro qui’ e là, dopodiché alcuni hanno raccontato esperienze personali al riguardo.
Notevole la storia (raccontata per vera) di quello che ogni volta che passa davanti al cimitero invita il fratello, suicidatosi una decina di anni fa (dopo una lite col padre, o col fratello del padre, non si è capito bene: si è arrampicato sulla guglia davanti alla chiesa cattolica, alta una decina di metri, dopodiché si è buttato giù di testa ed è morto), a venire con lui in città (ed il fratello lo accompagna, se è a piedi, camminandogli al fianco, e se è in macchina, attaccandosi alla macchina sotto l’aspetto di un geco piuttosto grosso, poi, quando arrivano in città, il fratello morto sparisce), e che se, per qualche tempo lui non va in città, gli appare il fratello in sogno e gli chiede quand’è che andranno in città assieme.
Mi da’ l’idea che qui’ necessiterebbero di qualche buon antropologo che vivesse con loro e conducesse uno studio serio per scoprire come stanno effettivamente le cose, e magari di qualcuno che cacciasse via tutti i preti delle 18 o 20 diverse categorie di cristiani, a cominciare dai cattolici, e finendo con i metodisti, gli avventisti del settimo giorno, i mormoni, i wesleyani e quanti altri.
Stasera, a cena, interessantissima discussione circa le disavventure del mondo intero, con Robert (australiano), 2 californiani fratello e sorella (lui sui 60, lei sui 50) e 2 danesi (boat people). Argomenti della conversazione, tra gli altri, la fame nel mondo, l’ONU, la Nato, le centrali atomiche, gli esperimenti nucleari francesi a Mururoa, la diffusione delle armi, la sovraproduzione agricola in Europa, gli albanesi in Italia, i turchi in Germania e in Danimareca, l’inquinamento, l’aumento della temperatura nel mondo, la Russia che non esiste più, gli immigrati della Tasmania in Australia, la Cina, il sud est asiatico e via discorrendo, insomma un bel polpettone da digerire a cena e dopocena. Credo che se dipendesse da noi, avremmo risolto una buona parte dei problemi, creandone chissà quanti altri.
Domani, accadimento dell’anno, probabilmente andro’ ad un matrimonio:
c’è un americano (ricco) di 50 anni che sposa una 25enne tongana tutta casa e chiesa (da 2 giorni, tutta l’isola non parla d’altro, io , da parte mia, quando mi hanno chiesto la mia opinione, mi sono limitato a dire che "love is love and business is business", e che alla fine della fiera sono fatti loro.. sembra che la mia affermazione abbia fatto aumentare notevolmente la mia fama di "vecchio saggio" e filosofo).
Qui’, al Niu Akalo (cosi’ come negli altri alberghi dell’isola) è arrivato l’invito per tutti, solo che non si è capito se per "tutti" si intendeva i tongani o anche gli ospiti. Domani la cosa si chiarirà, suppongo.
 

7 Giugno 1977

Chiarito il dubbio, quando hanno detto tutti, intendevano proprio tutti, cosicchè stamattina, per la grande occasione, mi sono bardato in stile tongano, con tupenu, ta’ovala e kafa, poi, dopo la solita colazione un tantino abbondante, mi sono avviato a piedi verso la chiesa (cattolica) ove era fissato, per le 10, l’inizio della cerimonia.
Dico a piedi, poiché qui’ vanno a letto con le galline (chissà che gusto ci provano poi, perché non credo quelle diano molta soddisfazione; per chiarirmi il dubbio, magari penso che dovrei provare .-) ), e gli altri del Niu Akalo se n’erano già andati da più di mezz’ora, ma dopo pochi metri a piedi si è fermata una macchina con un’altra famiglia di invitati, e molto gentilmente, informatisi se fossi diretto al matrimonio, mi ha tirato su.
In chiesa, quando si arriva, ci si ferma per un mezzo minuto sulla porta, cosicché chi è già dentro, può vedere chiaramente chi arriva.. comunque, a terra, sul passaggio centrale, c’era stesa una bellissima tapa, di circa 5 x 30 metri, con disegni splendidi, credo un paio di generazioni di lavoro +o-.
Alle 10, puntuali, sono arrivati gli sposi, con famiglie, annessi e connessi, mi sono anche tolto il dubbio circa il "nobile" che avevo visto la prima sera al Festival.. poiché era presente anche oggi, ho chiesto chi fosse, ed ho scoperto che non è un nobile, ma un commoneer, ed è semplicemente il Governatore Generale delle Ha’apai; oltre a lui, ovviamente c’era sia la crema dell’alta società, che i VIP palangi, sia un sacco di gente comune. Addirittura c’erano i ministri di diverse confessioni protestanti (suppongo, che con la scusa di partecipare, fossero li’ a controllare che il prete cattolico non tentasse di fregargli i fedeli).
Comunque sia, 2 ore e mezza di messa, vangelo, predica e interventi di vari oratori tenuti sia in inglese che in tongano, una menata che non finiva più, a tener desta l’attenzione, pero’, c’era uno splendido coro di una ventina di coristi, non una messa cantata, una normale, solo che anziché essere i fedeli a biascicare orazioni in risposta al celebrante, è il coro che risponde cantando, un’esibizione notevole (compreso un "amen" molto ben intonato ma in un momento completamente cannato, con successiva risata generale dei fedeli). Finita la messa, e la cerimonia pure, sfilata degli sposi, con sosta sotto ad una cesta piena di petali di fiori, ed ovviamente pioggia di petali sui 2.. poi, una cosa che non ho capito: il prete, che seguiva gli sposi, si è fermato davanti a me e mi ha stretto la mano (unico caso tra tutti i fedeli), credo dipenda dal fatto che anziché sedere ad uno dei banchi laterali, assieme agli altri palangi, essendo arrivato con la famiglia tongana, mi ero seduto assieme a loro, ad un banco ove siedono normalmente i fedeli, giusto sulla corsia centrale, e deve aver creduto fossi nuovo fedele della sua comunità. Magari, domani che è domenica, lo faccio contento e torno in chiesa, ma, se ha intenzione di fare una messa di 2 ore e mezza ogni domenica, col cavolo che ci torno una terza volta.
Alla fine, tutti quanti a casa della sposa, ove erano allestite quattro tavolate di roba da mangiare, saremmo stati almeno 300 tongani ed una quarantina di palangi, tra stanziali, guests degli alberghi e boat people (i boat people sono quelli degli yachts, che generalmente hanno parecchia puzza, ed a volte anche un po’ di merda, sotto al naso), e tutti a mangiare e bere, con esibizione di danze tongane (anche la sposa, ad un certo punto è sparita, ed è tornata abbigliata da danzatrice ed abbondantemente oliata, esibendosi poi in un’ottima danza), musiche varie, canti folkloristici scambi di pezze di tapa e tutto l’armamentario di prammatica, fino verso le 3, quando dopo aver ringraziato tutti gli intervenuti, la festa è continuata con i soli familiari degli sposi. Breve ringraziamento dello sposo (in inglese) e discorso (letto da un foglio) della sposa, in tongano, di cui ovviamente non ho capito assolutamente nulla. Pero’ la sposa, proprio mentre leggeva il discorso, piangeva copiosamente, e non sono molto convinto che si trattasse di lacrime di gioia, a me pareva proprio un pianto di tristezza. Alla fine comunque, tutti gli intervenuti, che erano stati zitti ed attentissimi, hanno applaudito, anche se non in modo molto scrosciante.. non mi sembrava il caso di chiedere cosa avesse detto, magari più avanti chiedero’ a Seletute, se si presentera’ l’occasione.
Uno spettacolo che valeva proprio la pena di vedere, credo che nessuno, o forse pochissimi turisti, abbia mai avuto l’opportunità che abbiamo avuto oggi noi presenti, di partecipare ad una festa privata effettiva, non una di quelle fasulle organizzate per i turisti paganti, opinione questa, condivisa da tutti noi guests del Niu Akalo, nonché da alcuni boat people, quando ne abbiamo parlato, anzi, tutti fermamente convinti di aver avuto una fortuna sfacciata, ad essere qui’ in quest’occasione, anziché una o due settimane fa’ o magari la settimana ventura.
Mi ero chiesto perché avessero invitato tutti gli ospiti degli alberghi, e, da come sono andate le cose, è presto detto: allo sposo, americano (qui’ c’era la sua famiglia, 2 vecchietti che sembravano la madre ed il padre, ed uno che credo fosse il fratello, tutti piuttosto sconcertati, direi), non frega mica molto se, oltre a 300 tongani che non conosce, ci sono anche 40 palangi altrettanto sconosciuti, ma alla famiglia della sposa, avere avuto un matrimonio con presenti tutte le grandi autorità dell’arcipelago (che sarebbero comunque intervenute), ed ospiti una quarantina di palangi (ed eravamo NOI gli ospiti d’onore degli sposi, anche se non ci avevano mai visti prima, ne ci vedranno mai in futuro, gente venuta da tutti gli angoli del mondo), è una cosa che resterà negli annali locali, e ad un costo, poi, piuttosto esiguo: i palangi mangiano moooolto meno di quanto mangiano i tongani, anche se sono convinto che, pur di avere come ospiti d’onore al matrimonio della figlia tutti (o quasi) i palangi presenti alle Ha’apai, parecchie famiglie spenderebbero volentieri un capitale, o anche due.
Ero con Robert, l’australiano, e a dirigere i movimenti alla ns tavola c’era un tongano sui 2 metri e rotti, stazza attorno ai 130 kg, non grasso, ma decisamente modello armadio 4 stagioni, vestiva tongano, pero’ con tupenu e camicia neri, il che significa che è in lutto (infatti, dopo un po’ ha spiegato che abbastanza recentemente gli è mancato il padre), a prima vista, poiché dirigeva uno dei settori della festa, ho supposto che fosse uno dei parenti della sposa, comunque ha voluto che Robert ed io ci sedessimo vicino a lui, e tra le altre cose, oltre che affettare pezzi di maialino e di arrosti vari, si è dato da fare a spiegare composizione e motodi di cottura dei vari cibi, inoltre, man mano che andavano avanti i festeggiamenti, spiegava cosa stesse succedendo, cosa dicevano i vari oratori e chi fossero, una cosa assolutamente interessante ed un anfitrione decisamente notevole e squisito.
Dopo i primi convenevoli, ovviamente ci eravamo presentati, si chiama Tennisi (o qualcosa di simile), Terence, in inglese.. Ad un certo punto, mi ha chiesto se poteva venire, uno dei prossimi giorni, a parlare con me, perché ha dei progetti turistici, ho ovviamente risposto che ne sarei stato lieto, ma che purtroppo non è che avessi esperienza o pratica nella gestione di alberghi o cose simili: ha subito chiarito, vorrebbe aprire una guest house, ed è interessato ad avere l’opinione da parte non di chi vende il servizio, ma dalla parte di chi ne fruisce: cosa cerchiamo, a quali cose siamo maggiormente attenti, quali servizi preferiamo, posizioni e tipi di costruzione preferite etc. etc., per cui gli ho detto che comunque sarebbe stato il benvenuto.
Alla fine della festa, cominciano ad andarsene, si alza il Governatore, dietro di lui il tedesco del Sandy Beach, ed ecco la prima la prima sorpresa: il tedesco, passa davanti a noi, mi arpiona, mi dice che mi aveva già notato in giro da qualche giorno, ci presentiamo, scambiamo qualche convenevole, poi gli dico che sapevo già chi fosse: l’owner del S.B., quello che aveva il miglior ristorante di tutta Nuku’alofa, è rimasto sorpreso e compiaciuto della cosa (Robert, poveraccio, non è stato degnato di uno sguardo, ma lui vestiva all’europea, non alla tongana: io ero l’unico palangi maschio in tongan style, anche se parecchie donne palangi, pur vestendo all’europea, portavano la kiekie), ma, mentre sto’ parlando col tedesco, il Governatore Generale si ferma davanti a Terence e lo saluta, addirittura con l’inchino, mentre Terence si limita a rispondere al saluto con nonchalance, poi il tedesco, finito con me, aspetta che il Governatore si sia congedato e pure lui saluta Terence in modo estremamente deferente e formale, poi via via, tutta la sfilata dei VIP, andandosene, passano a salutare Terence che se ne sta’ tranquillamente li’ a ricevere gli omaggi, poi gli sposi pure loro a ringraziarlo di essere intervenuto.. per cui sia Robert che io abbiamo cominciato a chiederci CHI fosse Terence. Presto risolto, fino a quel punto ci si era comportati da amiconi, per cui l’abbiamo chiesto direttamente a lui.. si tratta del "Governor of personal King’s estates" ossia il sovrintendente delle proprieta’ personali del re, per le Ha’apai, ed ecco spiegato perché conta più lui del Governatore Generale, che è solo un semplice funzionario governativo, anche se di livello notevolmente alto.
Tornando in albergo, a piedi con Robert, mi sono chiesto come mai Terence abbia chiesto consiglio proprio me (mi sono anche ricordato che mi ha chiesto il nome, ma NON dove abitassi, ma è chiaro che lo sapeva già, anche il nome, per lui Walter dev’essere un nome difficile da ricordare, per cui gli ho detto di chiedere, quando viene, dell’"italiano", che tanto qui’ sono l’unico e non è possibile sbagliare), Robert ha detto che molto probabilmente, si tratta del mio aspetto: barba bianca e pelato, ho un’aspetto (dice lui) molto "intelligente", addirittura professorale, inoltre il fatto che nelle grandi occasioni io vesta tongan style, qui’, sembra fare parecchio effetto.
Da parte mia, avevo già notato che, quando mi era stato chiesto, da tongani dove avessi comprato i miei abiti, alla risposta che ta’ovala e kafa mi erano stati donati da un amico tongano, la loro considerazione nei miei confronti aumentava notevolmente. E anche se la ta’ovala è un lavoro estremamente fine, fatto all’uncinetto, e chi l’ha fatta deve averci impiegato parecchio tempo, tuttavia non è ne molto vecchia, ne molto usata. La kafa, invece, ha decisamente un grosso valore (non commerciale, ovvio): oltre ad avere una lavorazione bicolore (abbastanza comune) è un successivo intreccio di 6 trecce minori di 4 capi l’una, il risultato e una cintura piatta, non un cordone, e questo sembra sia piuttosto raro (me l’aveva detto la tizia a Neiafu che l’ha fatta riparare; ed anche altri, in altre occasioni, si sono complimentati con me per la kafa, addirittura uno per la strada,a Nuku’alofa), oltre a cio’ è parecchio vecchia e consunta, e si vede anche che è stata riparata, per cui il valore (simbolico) sembra aumenti a dismisura, ed il fatto che un tongano mi abbia regalato una cosa simile, significa che almeno quel tongano, doveva avere, nei miei confronti, una stima notevole.
L’ultima volta che è successo, è stato il giorno in cui avrebbe dovuto iniziare il Festival, ed invece ha piovuto e tutto è andato in vacca.. Nel tardo pomeriggio, sono arrivati qui’ 5 tongani con una Land Rover, si erano portati dietro un po’ di succo d’ananas ed una bottiglia di gin (che hanno offerto anche ai presenti), uno aveva una chitarra, suonava e cantava (piuttosto bene), saputo che ero italiano, si è lanciato in un’ottima esibizione di "O sole mio", in italiano ed in inglese, poi si è dato da fare anche con qualcosa in inglese in onore del californiano (il vegetariano) e sua sorella, mi è sembrata una canzonaccia, perché la sorella un po’ faceva la scandalizzata, ed un po’ sghignazzava.. il fratello cantava in coro e ghignava e basta. Alla fine, il cantante era ubriaco strafatto, ma proprio lui si è messo al volante della Land Rover per portare a casa gli altri. Uno degli altri è Antonio, uno che avevo conosciuto sulla nave, la prima volta che venni qui’ alle Ha’apai, e che era tutto contento che mi ricordassi di lui, dopo più di un mese. Bene proprio il cantante (che gli altri hanno detto essere un importante funzionario governativo, qui’ in missione), mi aveva chiesto dove avessi avuto i miei abiti tongani (che avevo indossato al mattino, sperando nella prosecuzione del Festival), e, visto che Talo era presente, non volendo dire che me li aveva dati lui, ho risposto che li avevo avuti, come regalo, "da un amico tongano", a quella risposta, il cantante ha voluto sapere quanto mi fosse costato il regalo, e saputo che NON avevo pagato nulla, e che per me regalo è regalo e non pagare, ne è rimasto molto colpito. Talo, che aveva seguito la conversazione, nel frattempo è cresciuto di almeno 5 cm di statura, bisognava vederlo, sprizzava soddisfazione da ogni poro.
Settimana prossima, quando viene Terence (sempre SE viene), vedro’ di intortarmelo, non si sa mai che la cosa non torni utile in futuro.
Oltre a cio’, il 4 di Luglio è il compleanno del re, e (dicono) che solitamente viene a passarlo alle Ha’apai, se salta di venire qui’ per il compleanno, allora solitamente viene in agosto, per cui, tra un mese o due, qui’ faranno una nuova festa grande (sempre se a meta’ della festa non piove :-) ).. Certo, un mese è piuttosto poco, ma non si sa mai.. ho comunque perlomeno un mese di tempo, forse due, per provare a lavorarmi il sovrintendente.
Comunque sia, se non combino casini, direi che già cosi’ sono piuttosto ben introdotto: a Nuku’alofa una delle segretarie del Ministro di Polizia (da noi sarebbe il Ministro dell’Interno), qui’ il sovrintendente delle proprietà reali, il tedesco del SB (qui’ attorno è il "big investor", pero’ lui stava aspettando il suo turno dopo il governatore, quindi forse non va contato).
Certo, di mettermi in affari con Terence (e metterci soldini miei), non ci penso nemmeno: se è in quella posizione dev’essere un margniffone di prima classe, inoltre io, delle leggi tongane non conosco pressoché nulla, e gli avvocati locali vanno ad orologio a 150$ l’ora, sarebbe come autoinvitarsi a cena nella tana di un leone, anche se, sono convinto, qui’ più di qualcuno pensa che io sia piuttosto ricco, se posso permettermi, anziché una vacanza comune di un mese come quasi tutti, di venire qui’ dall’altro capo del mondo per un bel 6 mesi di fancazzismo.
Voglio proprio vedere che succedera’, qui’ al Niu Akalo, se Terence viene a cercarmi, perché sembra che tutta quanta la società, nell’ambito di ciascuna classe sociale, si basi su una serie di onori e privilegi, considerazioni e riconoscimenti, non dichiarati e non scritti, ma che tuttavia esistono effettivamente e FANNO la differenza tra una persona ed un’altra. Ovvio che essere nell’immediato entourage del re, pur essendo un commoner, è il livello più alto, poi via via ci sono gli onori derivanti dall’essere a contatto con un nobile (e dipende, credo, anche da quale), poi ci sono gli incarichi governativi (che pero’ valgono meno del contatto diretto col re o con i nobili), e via via a scendere, fino a quelli che di per se non contano nulla.
In tale struttura, i palangi tecnicamente sono dei commoner, ma godono di considerazione particolare, intanto perché quando incontrano un nobile, o il re, d’accordo che li rispettano, ma non in modo servile, e per un tongano, tale comportamento significa solo che gli stanno, in quanto a fama, onore e considerazione, quasi a pari livello, poi il fatto che i palangi che arrivano qui’, dispongono comunque di parecchio denaro (precchio rispetto ai tongani), la maggioranza parla un ottimo inglese, hanno un livello di cultura occidentale, dispongono di beni di consumo che qui’ non esistono o che sono talmente rari che è come se non esistessero (ad esempio il mio computer, le machine fotografiche, le telecamere che quasi tutti i turisti hanno, i boat people che hanno lo yacht etc.etc.)
Ho appreso l’etimologia della parola "palangi": angi significa cielo, e pal significa palo. Il termine deriva dal fatto che i primi europei ad arrivare qui’ nel 1700 o giù di li’, venivano con i velieri, per cui, quando arrivava una nave di europei, per prima cosa si vedevano, nel cielo sopra l’orizzonte, gli alberi della nave. In un secondo tempo, il termine è passato prima ad indicare tutti i bianchi, ed in seguito tutti gli stranieri non polinesiani o melanesiani o comunque dell’area del Sud Pacifico, per cui, ora, anche un cinese o un giapponese, sono palangi.
 

8 Giugno 1977

Oggi, domenica, avevamo deciso di andare a messa, dai cattolici, solo che quelli dell’albergo non erano mai pronti, anzi, qui’ non c’era manco lo shuttle, per cui, Robert ed io abbiamo deciso di avviarci a piedi. Solo che, arrivati in città, anzichè andare dai cattolici, ce ne siamo andati dai metodisti (alla faccia del prete che ieri era convinto di aver trovato un nuovo cliente).. Niente messa, solo una serie di inni e salmi, cantati con accompagnamento di ottoni (ottimo il coro femminile del collegio metodista, scarsa la banda, stesso collegio, ma composizione mista), poi un sermone, tirato abbastanza per le lunghe da un prete (pardon, "ministro del culto"), il guaio è che sia i salmi, che la predica erano in tongano. All’uscita ho scoperto che il Governatore è metodista, è uscito, mi ha visto, ed ha salutato con un sobrio "good morning sir" (anzichè il "’moorning" strascicato che si usa solitamente), cui ho ovviamente risposto altrettanto formalmente. A prima vista non l’avevo manco riconosciuto, brutta magra!
Solo 2 cose degne di nota: all’uscita, ho visto il luogo ove nel 75, di notte, è apparsa una grande croce di fuoco, osservata da parecchi testimoni, a meno di 10 metri dalla chiesa, il mattino dopo, sull’erba c’erano appunto le tracce della croce bruciata. Del fatto, i metodisti (di tutto il mondo, non solo i locali) ne hanno fatto un miracolo, anzi, sembra sia l’unico miracolo che i metodisti siano riusciti ad accampare. I cinici (non metodisti) dicono essersi trattato di ragazzi in vena di scherzi con un po’ di kerosene ed un accendino, mentre altre malelingue (non cattolici) dicono che i cattolici ci avrebbero sicuramente fatto su almeno un santuario e richiamato un po’ di pellegrini, mentre i metodisti si sono limitati a costruirci attorno un basso recinto ed a ripassare col cemento, per terra sopra la croce bruciacchiata.
L’altra cosa interessante (se cosi’ si può dire), è la campana: sul prato antistante la chiesa c’è una struttura in cemento armato simile alla porta di un campo di calcio, ed in mezzo alla traversa, pende, legata con una catena una bombola di gas, di quelle snelle e lunghe, del tipo usato per l’idrogeno da fiamma ossidrica, o per metano, per terra, poi ci sono 3 grosse sbarre di ferro: quando vogliono suonare la campana, 3 tongani tirano su’ una sbarra ciascuno e si mettono a martellare la bombola.
Al rientro in albergo, verso mezzogiorno, non c’era nessuno, ne ho approfittato per una sana nuotata, poi, verso le 3 e mezza, sono rientrati i 2 canadesi che erano andati alla messa dei cattolici: alla fine della messa, gli sposi di ieri, visto che non tutti avevano partecipato alla festa, hanno rinnovato l’invito a tutti i presenti in chiesa. Molto probabilmente, ieri è avanzata un sacco di roba, che a questo punto deve essere consumata, per cui altra festa ed altro banchetto, danze, scambi di tapa e via discorrendo (io pero’ stavolta non c’ero, non lo sapevo: cosi’ imparo! Ecco cosa succede ad andare nelle chiese protestanti :-) ). Oggi, pero’, non credo che fossero più di duecento, innanzitutto perché parecchi, essendoci già stati ieri, oggi magari hanno deciso di saltare, e poi perché al villaggio subito a nord di qui’, oggi c’era un altro matrimonio, per cui, parecchi, anche da Pangai, per non scontentare nessuno, devono essere andati a fare baldoria con quelli.
Domani, sul presto, Robert parte per tornarsene a casa, fa tappa un giorno a Nuku’alofa, poi Auckland e Sidney; buon viaggio pure a lui: qui’ se l’è passata bene, mentre prima, alle Figi, ha avuto la disavventura di ferirsi i piedi sul corallo e beccarsi un’infezione, ora un piede è quasi guarito, mentre l’altro ha ancora problemi. Oggi non si sono visti nemmeno i 2 californiani, pero’ è venuto a cercarli, mentre prendevo il sole, il danese boat people loro amico, magari sono ancora qui’, o forse se ne sono andati, quien sabe?.
Purtroppo, dopo aver completato l’ispezione di tutta la costa ovest, e di una buona meta’ di quella est, sono arrivato alla triste conclusione che da terra è impossibile pescare, è proprio necessaria una barca per andare in acque alte, fuori dal reef. Speravo di individuare almeno un sito, magari anche piccolo, con acque profonde e senza reef, ma pare proprio che a raggio di camminata, non esista, in quanto al pezzo rimanente della costa est, non è proprio il caso: se per caso ci fosse un pezzo non protetto dalla barriera, sarebbe impossibile pescarci, viste le onde che battono quella costa, e sarebbe comunque troppo lontano. Per pescare, ora, ci sono solo 2 possibilità: mettere delle nasse sul fondo oltre la barriera, e giornalmente, con la bassa marea, camminare sul reef fino al bordo ed andare a vedere se c’è qualcosa (ho già iniziato la costruzione di una nassa e di un guadino), l’altra possibilità è il trimarano dei fratelli Rambo, sempre che portino a compimento la loro avventura.
Avuta, oggi, da Thimoty, (il figlio dei 2 canadesi, qui’ con una missione di volontari (si occupa di insegnamento) la notizia che l’altro italiano segnalato alle Ha’apai (un vecchio ottantenne, che era dato per presente in una delle isole minori), se n’è andato da qualche mese, non si sa dove, comunque sicuramente qui’ non c’è più: ora sono l’unico italiano da queste parti, ma non che i connazionali, o la patria, mi manchino poi molto, anzi..
 

9 Giugno 97

Partiti oggi sia Robert, che i 2 californiani, i canadesi partono domani. In onore dei canadesi che se ne vanno, una piccola festa: nel tardo pomeriggio è arrivata una coppia di tongani (lui e lei, sulla sessantina, famosi’ qui’ perché cantano a "Radio Tonga"), con chitarra, banjo e ukulele.
Si tratta di amici di Thimoty, il figlio dei canadesi. Hanno regalato loro una conchiglia, una di quelle grandi, conosciuta come "corno polinesiano". Poi si sono messi a suonare e cantare: una meraviglia!  Tutte musiche dolci, di quelle che anni fa’ si sentivano alla radio sulle onde tropicali (60 e 80 metri), e che ora non si sentono più.  Poi la cena, e stavolta era non solo abbondante, ma addirittura superlativa. Dopo cena, sono riprese le musiche, ad un certo punto è arrivato il taxista che avrebbe dovuto riportarli a casa, ma poiché la serata stava "tirando" bene, si è messo prima a mangiare pure lui, poi ha tirato su l’ukulele e si è unito ai 2 suonatori cantanti, una goduria. Sembra proprio che sia solo questione di ingranare all’inizio, poi si continua a festeggiare, non importa perché. A proposito di feste, domani è di nuovo festa (anche a scuola), ho chiesto perché, ma Talo non lo sapeva, ed altri cui l’ho chiesto mi hanno risposto "è domenica".
Dopo quelli, altra mezza festa con 3 tongani: il cantante che era venuto qui’ il giorno della mancata apertura del festival, un’altro del gruppo, ed un terzo, arrivato qui’ con un americano che ha una ditta di legname ed un’altro operaio.. In 3 si sono scolati almeno una ventina di birre, ovviamente alla fine erano strafatti, fa niente, tanto domani è festa.. (è stato il "cantante" che pero’ stasera non ha cantato, a dirmi che domani è domenica).
Stasera si è fatta viva la madre/sorella di Talo, domani mi spostano nel bungalow per conto mio. Ho concordato che, fino a domani, paghero’ 10$ a notte, da domani, nel bungalow, pagherò 12$ a notte, breckfast 3$ e dinner 10$. Nell’affitto del bungalow, ovviamente è compreso il cambio delle lenzuola settimanale. Ho anche concordato x servizio di lavanderia da pagare a parte. Stabilito che domani pago il conto per la parte vecchia e si apre un nuovo conto, che verrà saldato alla fine di ogni mese (questo l’ho proposto io), e mi sono sembrati estremamente soddisfatti, probabilmente avevano già messo in conto di dover aspettare i soldini tutti un un mucchio, a meta’ ottobre.
 

10 Giugno 97

Oggi trasloco: prima ho preparato un po di bagaglio, non troppo.. poi è venuto Talo che voleva portare a spalla le valigie: mi sono imposto e l’ho mandato a prendere la carriola, abbiamo caricato tutto su quella, e portato tranquillamente, senza alcun problema, i miei 65 kg di bagaglio, per quei 100 metri di distanza dal falè ov’ero prima.
Ora sto’ in un piccolo bungalow, si tratta di una costruzione in legno, 6x4 metri circa, foinestre su tutti e 4 i lati, su un’angolo, un divisorio di 2 x 1.80 chiude doccia e toilette, oltre ad un piccolo armadio. All’interno acqua, luce, niente gas, è arredato con un letto matrimoniale, 2 tavolini, un tavolinetto piccolo, uno sgabello alto e 2 sedie, sul lato cordo posteriore, a fianco del cubicolo bagno, c’è un lavelklo in acciaio.
La porta d’ingresso, sul lato corto, si apre su un rialzo largo come la casa di un paio di metri abbondanti, ove ho sistemata una sdraio, di quelle di vetroresina bianche, fatte quasi a mo di vasca da bagno, comodissima per prenderci il sole e farci qualche pisolotto.. un’altro paio di metri di prato, e quindi la discesa alla spiaggia, che è circa 1 m più in basso del prato. Su un lato della casa, dopo 3 o 4 metri di prato, comincia il bosco (con in mezzo l’immondezzaio della tribu’).
Nel bosco, pero’, stanno scavando, in questi giorni, una grossa buca, per ora è larga 3 metri e lunga 4, profonda almeno 2, hanno intenzione di scavare ancora un poco, poi sepellirci le immondizie che ora sono nel bosco, inoltre venderanno i 20 o 25 metri cubi di sabbia scavata dalla buca: si tratta di sabbia preziosa, già dilavata da lungo tempo dal sale e serve per le costruzioni.
Sull’altro lato e sul dietro del bungalow, c’è tutto prato, ben rasato (ci pensa una capra legata ad una corda che scorre su un filo di ferro, in giro per il prato qualche cocco ad alto fusto per l’ombra e da bere (ci pensano i ragazzini più piccoli, basta chiamarne uno e chiedergli un cocco, si arrampicano di volata, ne tirano giù 3 o 4, me ne preparano uno e gli altri li portano a casa); sul davanti, ai lati, un paio di alberi ombrosi, ho già adocchiato ove appendere l’amaca, ma non so se lo faro’: intanto devo prima procurarmi 2 corde, e poi non mi serve mica: ho la sdraio, qui’ davanti, magari la metto in qualche posto all’ombra, per evitare la fatica di spostare la sdraio.
Ho trovato sulla costa est un bell’alberello di corallo bianco, una struttura che occupa un volume di circa 50x40x40 cm, l’ho messa sullo sgabello alto e ne ho approfittato per posarci sopra le pipe agli incroci dei rami, fa un figurone. Domani, se mi gira giusta, vedo di tirare fuori gli altri pezzi del computer e di installarlo in modo definitivo, o quasi.
Per il resto, poco da dire: oggi era festa (ho scoperto anche perché:
si tratta delle nozze d’oro del re e della regina), trattandosi del cinquantenario, ovviamente è il primo anno che tale festa esiste, l’hanno proclamata festa nazionale la settimana scorsa, con una seduta speciale del parlamento.
Stamattina, già che c’erano in previsione cambiamenti, mi sono tagliato la barba, poi mi sono presentato a colazione: mi hanno chiesto cosa volessi.. l’unico a riconoscermi, è stato uno dei 2 tongani che ieri sera erano strafatti di birra, e che proprio ieri sera mi aveva visto per la prima volta.
Tutti i guests dell’albergo se ne sono andati, per ora sono da solo, e finché non arriva altra gente, anziché aprire la dining room, alla sera, mi portano qui’ la cena, anche stasera dose da oca all’ingrasso, pero’, pur aumentando di peso, continuo a mandare giù la pancia, giorni fa’ ho sverginato un foro della cintura mai usato prima, e domenica, ho stretto di qualche centimetro il tupenu, visto che sabato rischiavo di perderlo.
Ahh.. si, dimenticavo: qui’ hanno, per i guests, 3 canoe tipo tavola da surf, e me ne hanno assegnata una in pianta quasi stabile, purtroppo non posso usarla per pescare: rolla troppo facilmente; pero’ una pagaiata di un’oretta, al mattino, verso le 10/11, con l’alta marea, è un ottimo esercizio. Altro esercizio è camminare, sia sulla spiaggia che all’interno, sui viottoli tra le piantagioni, o nel bosco, sulle strade invece, non è quasi possibile camminare: quasi tutti quelli che passano in macchina o coi camioncini si fermano per darti un passaggio. Nuoto invece poco: si può nuotare solo con l’alta marea ed in questo periodo l’alta è alle 10 del mattino, e non è il caso di andare a nuotare mezz’ora dopo una colazione come quelle cui mi sto’ abituando. Con la bassa marea, invece, bisogna andare camminando fino alla testa del reef e li’ tuffarsi, ma è piuttosto pericoloso, causa corallo vivo: è facilissimo graffiarsi ed i graffi e le ferite si infettano quasi sempre. Una maschera ed un paio di pinne sarebbero le benvenute: purtroppo non le ho portate, e qui’ si trovano solo quelle di produzione locale (a prezzi da collezionisti), qualitativamente, poi, da come le ho viste, credo le facciano con le camere d’aria ed i pneumatici d’auto riciclati.
 

12 Giugno 97

Ieri sono andato in banca, ed i fondi richiesti non erano ancora arrivati.. ho tirato un ciocco, e quelli si sono messi a cercare i miei soldini. Poi ho telefonato a Fulvia, per sentire come mai, alla fine ho tirato un moccolo anche a quelli della Telecom locale, che hanno voluto 13 $ per una comunicazione di 43 secondi.. loro hanno detto che erano  + di 3 minuti, chissà chi gli ha venduto l’orologio, inoltre, le cose funzionano cosi’: tu chiedi di avere un numero, poi ti siedi ed aspetti, quando hanno la linea, l’impiegata la passa ad una delle cabine nel cortile, ti dice quale, e guarda l’orologio, quando rientri, riguarda l’orologio, fa’ la differenza a mente (se si ricorda esattamente l’orario di inizio, altrimenti fa "circa").  Comunque sia, oggi pomeriggio mi hanno telefonato dalla banca dicendo che i soldini erano arrivati :-))
Notizia dell’ultima ora: oggi ho installato l’amaca ad un paio di metri sulla sinistra, davanti casa: testa verso terra e piedi verso il mare, la corda (lato piedi) è legata ad un cocco a fusto alto, le cui radici stanno in parte sulla terra, ed in parte sulla sabbia della spiaggia, più di cosi’ proprio non si può :-)
Mappa della casa (circa, molto circa):

   
                SUD                             /            |
                                             \            |      O
              BOSCO                          |            |      c
                                             /            |      e
/\/    --\/\_/\___/---\-/---\___   _/---\___-\      S     |      a
                                   FF         !           |      n
                                              \     P     |      o
       P R A T O                       F-amaca-O          \
                                              /     I      |
E       __________________________            \            |     P    O
s      |__          ì    ì |     |     P      \     A      |     a    v
t      |C|          ì L  ì |     |     R      /           /      c    e
       |_|______    ì____ì |  V  |     A      |     G     |      i    s
       | B     |           |     |     T     O|           |      f    t
 O     |    |-E-         \ P     |     O      /     G     |      i
       |_D__|_A____________\_____|          F \          /       c
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                  NORD
 
 

Leggenda:
A = Armadio              B = WC
C = Cucina               D = Doccia
E = Lavandino            F = Alberi e cespugli
L = Letto                P = Porta
O = Cocchi               V = Veranda
 
 
 
 

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